Rassegna storica del Risorgimento

TOSCANA ; RESTAURAZIONE
anno <1956>   pagina <3>
immagine non disponibile

*
r:fc FONTI E MEMORIE
ASPETTI LEGISLATIVI DELLA RESTAURAZIONE TOSCANA
Nel 1814, alla caduta del sistema napoleonico, la Toscana faceva parte integrante dell'impero francese della cui legislazione, di conseguenza, era venuta a godere come qualsiasi altra parte di esso. *) In Toscana, tuttavia, il sistema giurìdico introdotto da Napoleone, per quanto fosse il più evoluto che potesse aversi allora in Europa, era rimasto alla superficie della coscienza popolare e ciò era avvenuto, in buona misura, anche nei confronti di quegli strati tendenzialmente liberali e riformatori dell'opinione pubblica che al­trove in Italia avevano, invece, accolto con evidente simpatia, quando non addirittura con entusiasmo sincero, l'esperienza così radicalmente innovatrice apportata nel loro paese dall'amministrazione francese. Questa freddezza dei Toscani anche più qualificati verso il sistema giuridico importato d'ol­tralpe può trovare senza difficoltà una plausibile spiegazione quando si pensi che in Toscana, fin dall'epoca del granduca Pietro Leopoldo, autore di quelle riforme amministrative e giudiziarie che avevano attirato l'attenzione e la simpatia dell'Europa colta dell'epoca, aveva goduto di un governo mite ed accorto, il quale, con "una politica di liberismo economico aveva saputo por­tare il paese ad un notevole grado di prosperità, con un rigoroso giurisdizio-nalismo aveva contenuto la Chiesa di Roma nei suoi limiti più strettamente spirituali, con una riforma criminale rimasta poi celebre, fors'anche all'eccesso, aveva iniziato un periodo nuovo nella legislazione penale europea impron­tata fino ad allora ad un rigore, sovente ad una vera e propria crudeltà, ormai incompatibili con la sensibilità nuova dei tempi.
Date queste condizioni, è abbastanza naturale che i Toscani, poco desi­derosi di novità, accogliessero con notevole riserbo il regime francese le cui riforme, innestandosi su di un precedente sistema di governo sufficientemente evoluto e non poco grato alla grande maggioranza dei sudditi, non ebbero cosi modo di procurarsi quelle calde simpatie con cui erano state invece accolte in altri stati italiani, nei quali esse erano apparse come una libera­zione da una condizione di cose divenuta ormai inaccettabile alla parte poli­ticamente e culturalmente più consapevole e progredita dell'opinione pub­blica. Ed e naturale altresì che quando, come si vedrà fra breve, venne abo­lita dal restaurato governo granducale gran parte della legislazione francese, ciò non fosse sentito dai più come un grave regresso nella loro situazione giuridica, dato che quell'abolizione significava in sostanza il ritorno a quel sistema leopoldino, modificato poi lievemente dal suo successore Ferdinan­do III nei primi anni di regno, ohe aveva l'approvazione più o meno completa della massima parte della popolazione del Granducato.
I) Sulla codificazione francese in Toscunu durante il periodo napoleonico efr, il recente stadio di C. MASI, I codici francesi nella Toscana napoleonica* in Bollettino storico livornese, 1954, pp. 254-263.