Rassegna storica del Risorgimento

PISACANE CARLO
anno <1957>   pagina <3>
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FONTI E MEMORIE
QUALCHE APPUNTO SU PISACANE
Pisacane ha avuto storicamente uno strano e ben Bizzarro destino: pensatore aspro, secco, apparentemente poverissimo di risonanze umane, amante della solitudine appartata ed un po' disdegnosa del suo romitaggio genovese, determinista lucido ed inflessibile, incapace di compromessi, di patteggiamenti, chiuso, e direi corazzato contro le vane ed illusorie spe­ranze, aristocraticamente critico, sprezzante, acuminato e glaciale come una lama, ferreo, implacabile materialista,1) tatto illuminista, per intenderci, almeno nell'intelaiatura mentale (che il contenuto è sempre inquieto e vi­brante), egli, non ancora quarantenne, cade ucciso in combattimento dispe­rato, che attinge i vertici dello schietto eroismo di sacrificio, d'olocausto religioso, al culmine d'un'impresa da lui fortemente voluta e vissuta con estrema potenza di compenetrazione ma avventurosa, slegata, intempestiva e, se altra mai, nella sua realizzazione esteriore, squisitamente volontaristica ed attivistica. Egli si consegnava in tal modo, in una cornice di titanismo irrazionalista, all'epopea popolaresca, che s'affrettava a circondarlo, con slancio ingenuo di fede riconoscente, d'un alone tenero, delicato, quasi fem­mineo, nel culto nostalgico, ai confini di un mito sereno e lontanissimo, deg­l'eroe bello e biondo immolatosi per la Patria.
Ma dov'è questo volontarismo, quest'ansia di combattimento, quest'ane­lito di dedizione, in Pisacane? È noto che il Rosselli, nel suo saggio penetran­tissimo e magistrale, dopo aver delineato stringentemente i capisaldi della concezione deterministica del Nostro, è portato ad ammettere un balzo, uno hiatus nelle ultimissime manifestazioni del pensiero e dell'opera del Nostro e, pur non ravvisando di questi nuovi atteggiamenti una formulazione docu­mentata definitiva e precisa, rintraccia nel testamento politico la espressione di una cosciente crisi interiore in pieno sviluppo troncata a mezza via, tragicamente, dalla morte immatura, e che comunque apre la via ad una nuova costruzione teorica, che il Rosselli definisce come socialismo indivi­dualista antideterminista. In sostanza, i primi due termini di tale formula non rappresentano una novità, una svolta, nella storia del pensiero del Pisa-cane, che li ha riaffermati sempre con decisa continuità:2) è piuttosto l'ul­tima specificazione che lascia dubbiosi e sorpresi, e capovolgerebbe in effetti di colpo, con una scossa certamente troppo brusca e radicale, tutta l'impo­stazione ideologica del Pisacane, spezzando e rovesciando le linee della sua
i) II materialismo assolato e radicale del Pisacane è ben espresso in questo passo del Saggio tutta Rivoluzione, ohe tratta dello spirito: È una negazione; è ciò che non è materia, un'incomprensibilità; una cosa che, non potendo essere avvertita dai sensi, non può essere né pure immaginata; è una parola che non ha significato .
2) Anche se l'individualismo, come stiamo per vedere largamente, sia visto in un'acce­zione tutta particolare. Con ciò non si negano i residui alfieriani libertari che stanno alla base della figura storica del Pisacane.