Rassegna storica del Risorgimento
MATURI WALTER
anno
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1961
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pagina
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1
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WALTER MATURI
L'avevamo accolto con bonaria ironia perchè era arrivato qualche minuto dopo di noi, ma la Sua amabile arguzia aveva avuto presto ragione del nostro finto zelo e ci eravamo subito messi al lavoro. Vinterrogazione da parte Sua del primo dei candidati di quella mattina ci era apparsa un modello di perfezione filologica ed insieme di profonda comprensione umana. Calmo, sereno, sorridente aveva posto a fuoco i problemi essenziali, mettendo a suo agio Vinterrogato e aiutandolo, quasi, a meglio chiarire a se stesso V importanza delle questioni trattate nei suoi scritti. Uno di noi, ammirato, si era chinato verso un altro collega, sussurrando : Ma sa tutto, ha letto tutto: non gli sfugge nulla ! . Finita la discussione e sorteggiato il tema della lezione, un piccolo foglio di carta ci conservava quelle che sono state le ultime parole scritte da Walter Maturi: Crispi: valutazione storico-critica .
In quella stessa atmosfera di serena cordialità veniva iniziata l'interrogazione del secondo candidato. Giunto il Suo turno, Maturi aveva appena cominciato a muovergli, con quel modo garbato e sicuro che Gli era proprio, alcune contestazioni, quando, improvvisamente, smetteva di parlare, abbandonandosi pàllidissimo sulla spalliera della poltrona. Erano le 11 e un quarto del 21 marzo di questo anno che nessuno di noi potrà mai più dimenticare. Nello spazio di pochissimi minuti Vomico, il fratello-, il maestro non era più, con noi. Toccherà a me essere Vultimo come quando si camminava insieme per strada ; le parole che aveva scritto poco tempo prima, associando il ricordo della scomparsa recente di Chabod all'altra di Morandi, acquistavano in quel momento il loro fatale significato.
Molto è già stato detto di Lui e molto ancora si dirà per ricordarne la nobilissima figura di studioso e di docente, che, discepolo di Michelangelo Sckipa, senti profondamente Vinflusso di Giustino Fortunato e di Adolfo Omodeo, ma, più di tutto, quello del Suo maestro ideale, Benedetto Croce, che gli fece intendere la storia del Risorgimento come storia della libertà. Senza per questo indulgere a tesi preconcette e a rinunciare a rendersi conto, al di là e al di sopra delle passioni e delle parti, dello spirito che animava gli uomini di cui si interessava e del significato delle loro azioni. Lasciamo ai nostri geniali fratelli della storia letteraria scriveva nella prefazione al Prìncipe di Canosa l'illusione di poter racchiudere in una formula pregnante le più complesse personalità e presentiamo queste quali sono nelle loro luci e nelle loro ombre. L'umana indulgenza con la quale abbiamo cercato d'intendere il Canosa, come non ha turbato, almeno nelle nostre intenzioni, la nostra visione d'insieme della sua personalità, cosi non ha turbato il nostro giudizio storico .
E, quindici anni prima, in quel Concordato del 1818, dedicato alta memoria di Sua madre, aveva preso apertamente posizione contro Vinter-