Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO; GIORNALI FIRENZE 1893-1896; ITALIA POLITICA C
anno <1967>   pagina <3>
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FONTI E MEMORIE
H LA RASSEGNA NAZIONALE
I E LA POLITICA COLONIALE CRISPINA (1893-1896)
Gli anni presi in esame e il tema scelto mi sembrano particolarmente significativi per la storia della Rassegna Nazionale, la rivista fiorentina or­gano dei cattolici transigenti e conservatori, in quanto proprio durante l'ultimo ministero Crispi si chiarisce e si matura, almeno a livello di dire­zione e redazione politica, Patteggiamento che sarà successivamente assunto durante la crisi di fine secolo.
Mi sembra, infatti, che l'opposizione a Crispi non significhi, nemmeno per il direttore e per il redattore politico, che pure hanno auspicato il crollo del ministero, rinuncia a una politica forte , la cui attuazione, ca­duto il Crispi, essi continueranno ancora a sollecitare dal capo della Destra, avanzando, già dal 1896, richieste di una politica energica e senza slitta­menti a sinistra.
Gli stessi contrasti che, durante il secondo ininistero Crispino, si mani­festano all'interno della rivista, soprattutto nel campo coloniale, tra fau­tori e oppositori di una <c grande politica, se rivelano la possibilità di un dialogo tra il vertice e la base, e sono quindi particolarmente interessanti per distinguere i vari gruppi che agiscono all'interno del periodico e a volte ne condizionano la linea politica, non scuotono, o per lo meno non mettono in crisi, la posizione della rivista sostali zi al mente conservatrice e suscettibile di sviluppi in senso autoritario e colonialista.
In sostanza, neppure l'anticrispismo duro e netto del redattore politico, che si manifesta apertamente quando questi resiste alle pressioni del gruppo Crispino, orientano la rivista verso una posizione di rottura nei confronti di una politica a forte all'interno e di prestigio all'estero. Sarà, anzi, proprio la politica rinunciataria in Africa, che pur dovrebbe essere ben accetta a chi ha condotto, dalle pagine della Rassegna politica, una costante opposizione alle avventure e alle pazze espansioni africane, a met­tere in crisi l'atteggiamento filorudiniano del redattore politico, già scosso a causa della condiscendenza del Rudi ni nei confronti dell'Estrema. Si matura quindi quella sfiducia che, accentuandosi nei mesi successivi, por­terà nel 98 lo stesso redattore politico ad accusare di debolezza il governo per aver lasciato che i ce sovversivi organizzassero un movimento col fine di rovesciare la monarchia e istituire la repubblica federale.
La linea ufficiale seguita dalla rivista non esaurisce, però, come ho già accennato, la possibilità di un dialogo; avendo avvertito l'impossi-