Rassegna storica del Risorgimento

HEGEL GEORG WILHELM FRIEDRICH; MOTI DEL 1820-1821
anno <1983>   pagina <3>
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FONTI E MEMORIE
IL GIUDIZIO DI HEGEL SUI MOTI DEL 1820-21 E GLI SVILUPPI DEL RISORGIMENTO
Nelle Lezioni sulla filosofia della storia tenute all'Università di Berlino e pubblicate postume, Hegel esprime un giudizio molto severo sui moti rivolu­zionari del '20-21. Si tratta, per lui, di rivoluzioni esclusivamente politiche, senza mutamento di religione , e, come tali, condannate al fallimento, giacché senza mutamento religioso non può avvenire una rivoluzione politca .1} I principi delle rivoluzioni del '20-21, precisa Hegel, sono solamente principi astratti o di ragione formale, che operano in senso polemico e distruttivo verso la realtà esistente e perciò non producono quella libertà dello spirito che appar­tiene alla religione. In Italia, come in Ispagna, secondo Hegel, la rivoluzione liberale ha fatto ancora una volta bancarotta, perché animata dal falso principio che i ceppi del diritto e della libertà possano essere strappati senza la libera­zione della coscienza; che ci possa essere rivoluzione senza riforma .2)
A pensarla così è lo Hegel pubblicista e politico, il quale come è stato notato echeggia i giudizi del re Federico Guglielmo III, del principe eredi­tario e degli assolutisti prussiani, nonché del loro zelante consigliere, il prin­cipe di Mettermeli.3) In qualità di pubblicista e politico, Hegel difende l'assetto europeo uscito dal congresso di Vienna, giudica la storia contemporanea nel­l'ottica della Restaurazione, e condanna di moti spagnoli e italiani in nome della ragione storica, che, a suo avviso, ha fatto giustizia delle astrazioni del libera­lismo di marca francese, riportando le cose nel loro antico stato. Fermo agli ideali legittimistici e restaurazionistici, lo Hegel politico si colloca dal punto di vista dello Stato, e da questo punto di vista considera gli individui che si oppongono alla realtà positiva, i liberali che rivendicano i diritti politici contro l'assolutismo monarchico, vittime dell'astrattezza e dell'irrazionalità. Non dubita, perciò, che il fallimento finale dell'esperienza costituzionale in Ispagna e in Italia sia dipeso dall'immaturità di essa, come non dubita che l'azione internazionale esplicatasi per mezzo delle baionette francesi e austriache, sia in fondo il castigo di Dio, il giudizio del mondo che restaura la storia del mondo .
Per Hegel il costituzionalismo degli anni '16-20 è figlio della Rivoluzione e, in quanto tale, cova in sé i germi della dissoluzione, di cui si ha prova nella Francia della restaurazione monarchica, dove la Charte, facendo valere le volontà soggettive dei molli, il principio degli atomi , della libertà individuale, non permette che si realizzi alcuna solidità nell'organizzazione.4) E allora bisogna usare la forza, prima che sia troppo tardi: bisogna trattare i liberali
1) Q. "W. F. HEGEL, Lezioni tutta filosofia della storia, trad. il., voi. IV, Firenze, La Nuova Italia, 1963, p. 211.
2) Ibidem.
3) B, CROCE, Hegel, Lo Stato etico , in Etica e politica, Bari, Laterza, 1967,
p. 216 n.
*> HECEL, op. cit.t pp. 212-213.