Rassegna storica del Risorgimento
JOSEPHSTADT ; LUBIANA ; CAVALLETTO ALBERTO ; MANTOVA
anno
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1914
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Alberto Cavalletto nelle carceri- eoe. 9
mani su dì lui, la polizia si credesse d'aver fatto un acquisto più importante del vero, da cni clii sa quale impulso nuovo P inquisizione aspettava, E per verità l'aspettazione era in gran parte giustificata dal passato del1 Cavalletto.
Nel 1848, infatti, egli fra i primi s'era levato in armi e dal governo rivoluzionario della sua città era stato chiamato a formare e a ordinare i corpi franchi cittadini ; col grado di aiutante maggiore aveva poi combattuto a Sorio e a Vicenza j e quando la notte del 13 giugno 1848 Padova ricadeva Sotto il dominio dell'Austria, egli con le milizie clic vi si trovavano s'era portato a Venezia e aveva efficacemente cooperato alla difesa della Repubblica fino alla sua caduta. Tornato in patria, aveva sdegnosamente respinto l'offerta d'un impiego negli uffici tecnici governativi, e col suo contegno aveva sempre dimostrata la propria avversione al governo imperiale. Ohe se ai fini peculiari del processo di Mantova Par-resto di lui non era forse di quell'entità che la polizia e il tribunale speravano, è ben certo però che si eran messe le mani addosso all'uomo che in Padova rappresentava il centro dell'opposizione al governo. H Cavalletto non credeva alle congiure che reputava utopistiche, credeva però alla propaganda morale delle idee liberali e patriotiche, e per iniziarla e condurla non aveva bisogno di sollecitazioni o di spinte. Con gli amici suoi più fidati, il Coletti, il Barbò-Soncin, il dottor Carlo Cerato, Alfonso Turri, per dir dei principali soltanto, egli tante volte s'era intrattenuto su ciò che costituiva il problema massimo del momento, la liberazione della patria, e con essi aveva costituito effettivamente, subito dopo il 1849, una specie di Comitato segreto, che se non aveva l'estensione e l'organismo di quelli di Mantova, di Venezia e d'altre città della Lombardia e del Veneto, era però con essi in relazione per avere, in caso di avvenimenti straordinari che commovessero naturalmente le popolazioni, un'azione direttiva concorde contro il governo austriaco escluso per proprio conto ogni movimento artificiale e avventato, giudicato inopportuno e quasi sempre esiziale.1
1 L'esistenza di questo comitato in Padova col programma preoiso qui sopT.-i enunciato, e con a capo il Cavallotto,, e da lui stesso affermata in un suo articolo da Padova, in data 2 marzo 1881, pubblicato nel giornale L'Opinione, in occasione della morte del dottor Ferdinando Coletti.