Rassegna storica del Risorgimento
HOHENEMSER EMMA ; HOHENEMSER SOFIA
anno
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1915
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pagina
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27
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ài VWh Guerriere Gonzaga 2f
zione, manifestando ì loro desideri <r indipendenza, dì libertà, incitando apertamente, ma con blando linguaggio, i Ite e i principi italiani a fatesi riformatori costituzionali, a stringersi in lega nazionale sotto la presidenza del Pontefice, affidando le armi confederate al comando del Re di Sardegna. E le rimostranze furono tali e tante da paralizzare i propositi di reazione. I libri, i manifesti dei nuovi agitatori ci giungevano in città, in casa. Io li ricercava, li divorava, sebbene non mi persuadessero le lusinghe del .(Gioberti al Papato. Ammiravo gli arguti, i cesellati versi sa-tiirieai del Giusti; i brevi spigliati scritti del d'Azeglio, che si eeva pubblico mallevadore dei termi propositi di Ciarlo Alberto.
A quella propaganda ed agitazione già penetrata profondamente nelle cittadinanze italiane si era venuta accoppiando, per iniziativa del principe Luciano Bonaparte di Canino, una riunione annua di Congressi, detti scientifici, ora in questa* ed ora in quella delle maggiori nostre città nei mesi delle vacanze autunnale L?Au-stria, fatta guardinga dal nuovo atteggiarsi delle cose in Italia, aveva permesso che uno di quei congressi si radunasse a Venezia, quantunque fosse manifesto l'animo dei promotori e degli accorrenti a quelle riunioni, nelle quali i pia.colti patrioti di tutta Italia si sarebbero conosciuti, e avrebbero discussi pubblicamente, sottto P usbergo della scienza, gli interessi nazionali.. A quel congresso in Venezia era intervenuto il nostro Anselmo, versato nelle scienze giuridiche ed economiclie. Mi ricordo bene come allora passasse per Padova e ci narrasse della sua vita a Milano, della commozione patriottica che l'agitava. Egli stava per aver compiuto il suo tirocinio d'avvocato nell'ufficio fiscale retto dal vaiente e buon Gaicciardi : ei. si sentiva ormai milanese, partecipe alla vita socievole, alla letteraria e patriottica della capitale lombarda*.. Vi aveva molte aderenze ed amici, ira i quali il Correnti? Guido Bór? romeo; Cesare Giulini, il Tenca. Vi scriveva nella fflvwta- Mum-pea, era socio attivo delle Società d'incoraggiamento d'arti e mestieri, promossa con acuto intelletto dei tempi da Carlo Cattaneo* Vi era stimato ed amato per il pronto ingegno, il sapere, la varia coltura, e la bontà e l'altezza del carattere. Attratto dalla luminosa audacia dell'apostolato del Mazzini, non sconosceva l'ef-iicacia della nuovissima propaganda che andava penetrando nella Reggia. Figuratevi, care tìgli noi e, com' io pendessi dalle labbra di Anselmo* Era, se non erro, l'autunno dei 1845.