Rassegna storica del Risorgimento

HOHENEMSER EMMA ; HOHENEMSER SOFIA
anno <1915>   pagina <32>
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Eravamo ima era molti di noi riuniti nell'ampia sala del no­stro corpo di guardia nel palazzo imperiale. Gè la passavamo alle­gramente discorrendo tra noi e con gnardie ungheresi e fumando; potevano essere le undici quando tutti in coro acclamando Pio IX si intonò ad altissima voce il suo inno ormai notissimo. Ad un tratto si udì bussare al l'uscio, ed eco nn sergente veterano della guardia tedesca farsi rimessamente innanzi, pregandoci a moderare il nostro canto, eli e impediva a S. Maestà di dormire. fàfomper giovanile spensieratezza ci eravamo lasciati andare a così impru­dente frastuono, ci guardammo Pan l'altro in viso, stupiti di tanta tolleranza imperiale.
In quei giorni appunto avevo chiesto di parlare ai generale '{fe copi eri,: nostro comandante, e gli avevrfr espresad>i desiderio di lasciare la guardia per proseguire i miei studi. usaìi'dlUiilella fa­coltà concessami dalle leggi militai, di cliiederele mie dimissioni dal gradò dì nifi ci ale. Il generale, riconoseendo quel mio diritto non si mostrò punto sorpreso che me ne valessi, siccome qujegji che dei precedenti miei parvo ben informato. Itti disse paasoiti ptws te sulPaire; Ée mi Hi aprirebbe dinanzi rimanendo neìFeser-cilo- imperiale soggiunse ch ne scriverebbe a mio padi-e*;del quaj mi avrebbe poi partecipato le risoluzióni. La risposta di papà mi fece attendere qualche mese, e iì'atteiiicMtinuai, con animo già rassicuratoIH servizio, montando al mio turno la guardia al Pa­lazzo; Imperiale. B nostro drappello di guardia, in splendide ni-fbrmi, con elmo dJrgento, attraversava a cavallo il tratto del sob­borgo che conduceva al Palazzo Imperiale, e ne Htornava allo spirare di ventignattro ore*
Del buon Ferdinanf; nxaliMeÉr di mente debolissima, si raccontavano, nella sua Beggia, aneddoti, ad illustrarne la dabbe­naggine. Soleva e,gft stare ogui giorno alcune ore ,l una. inestra sopra la porta del Palazzo Imperiale, per la quale .si tòtìCccle. aneli e ali, città. Da quella lìnesfcra si divertiva a passare in rassegna i naeres, che gli scorrevano sotto gli occhi, tenendo nota dei nu­meri di quelli, ohe più volte entrassero ed uscissero, ed ai suoi familiari raccontava poi quante volte ìu quel giorno il fiacre nu­mero tale fosse passato sotto gii occhi imperiali. Tale era l'impe­ratore austriaco, al quale pendeva sul capo la grande crisi del 134, e Épj nóme del quale il principe di Mettermeli continuava a reg­gere l'impero.