Rassegna storica del Risorgimento

HOHENEMSER EMMA ; HOHENEMSER SOFIA
anno <1915>   pagina <34>
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ài Memorie ; fattóre
per così dire, il mondo di stupore, misto ad ansietà, e grandi aspettazioni. Non era Parigi stata, dal 1789 in poi, l'araldo dei rivolgimenti europei Né questi tardarono. Alla meta di marzo, "Vienna insorge, Mettermeli si sottrae eolla fuga alla collera popo­lare; un decreto imperiale concede alla multiforme Austria una costituzione. La concessione fu appena saputa a Milano il 18 marzo, che la grande città, dalle prime manifestazioni popolari per le vie-trapasso eroica alle barricate : vi resistette vittoriosa cinque giorni ai soldati ed ai cannoni di Radetzky. Questi il 22 batteva in riti­rata, mentre le avanguardie di Re Carlo Alberto accennavano a pas­sare il Ticino, avendo il Re liberatore indetto la guerra per V in­dipendenza nazionale.
Immaginate, care figliuole, come a quelle notizie trasalisse l'animo mio 1 L'impero austriaco, a quella tremenda scossa, pareva crollasse. Anche nella capitale del Tirolo bigotto ed assolutista, era stato affisso il proclama, che tramutava in costituzionale il se­colare reggimento dispotico. Le autorità civili e militari, a tanta novità impreparate, ne furono sbalordite e paralizzate. Il fedelis­simo Tirolo acclamava, anch'esso trasognato, alla benignità del. l'Imperatore, trasfiguratosi in Monarca costituzionale. Di passa­porti non si parlava pia, ed io in diligenza passai il Brennero scen­dendo nel Tirolo italiano. Il Trentino lo vidi tutto, per così dire, imbandierato : poiché le case, i casolari, accanto alla bandiera au­striaca avevano alle finestre il tricolore italiano, ed i villaggi e le ;citts echeggiavano di Evviva alla Costituzione, a Pio IX, al­l' Italia.
Da Trento, per schivare Verona, centro militare austriaco, per Bassano, volsi a Padova, dove arrivai il 26 marzo. Giunsi ina­spettato a casa, quasi venuto del cielo alla mamma, alle sorelle, le quali nell'ebbrezza di quei giorni parevano fuori di sé. Tra le lacrime e i baci ci si raccontava ciò che avevamo, ciascuno di noi, udito, veduto, sentito in quella settimana storica, che già pa­reva un sogno. Avevo lasciato Padova dolente nell'ottobre del '46 ed or l'avevo riveduta, ma quanto mutata negli aspetti suoi ! Quasi non l'avrei creduta più la stessa essendomi riapparsa pa­rata a festa, tutta imbandierata di tricolori, col popolo affollato nelle sue contrade, echeggiane di entusiastici Evviva all'Italia, a Milano, a Pio IX, a Carlo Alberto, alla risorta repubblica di