Rassegna storica del Risorgimento
HOHENEMSER EMMA ; HOHENEMSER SOFIA
anno
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1915
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pagina
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37
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A supremo capitano di questi suoi. Crociati, Padova unanime aveva voluto il Generale San Fermo, suo cittadino, già valoroso veterano di Napoleone, ed ora invalido ed invecchiato tanto da reggersi a stento a cavallo. Il buon. vecchietto non aveva saputo sottrarsi all'invito dei suoi concittadini. Il professore Buccina tra i migliori matematici dell' Università) era stato, benché renitente, nominato Colonnello- ed il giovane ingegnere Alberto Cavalletto j ' maggiore. Fon saprei, care., figliuole,; darvi prove migliori del coinè Jn juei giorni del *8- a Padova}4ìòn ti soli studenti sognassero.
Non sì aveva ancora avuto il tempo di verificare se i nostri Orociati sapessero servirsi dei loco fuiÉfCuando ne fìi ordinata la partenza per Vicenza all'alba del 5 aprile. Uon so quale potesse essere l'aspetto di noi crociati, partenti quella mattina in guerra, senza saper marciare al passo militare ed in cosi strano arnese. Ciascun crociato non aveva d'uniforme che il berretto, i pantaloni di tela, i oenturini, le giberne ed in ispalla i fucili : del resto ciascuno di noi, studente o popolano, aveva i suoi soliti abiti : cosicché si brillava non per l'uniformità) ma per la diversità dei colori e delle foggie. Me quella diversità o varietà, poteva essere molto mitigata dall'avere ciascuno di noi cucita sull'abito, a sinistra del petto, una bella croce in lana rossa. Solo i miei due luogotenenti in tunica e pantaloni neri di velluto, e cappello inumato alla calabrese, spiccavano tra noi per avvenenza ed eleganza. Si /marciava al suon di tambur.ro, preceduti da un bandi erone tricolore, a portare il quale si awineendavano frati cappuccini. Non avevamo aspettato che Pio IX indicesse la crociata nazionale ; noi e que' buoni cappuccini ne avevamo interpretato l'animo bellicoso. Il buon popolo padovano pareva ammirarci assai, che ci acclamava dalle finestre, dai tetti. Tra le quali acclamazioni la multiforme nostra colonna lasciò la città, e nei villaggi e borghi fino a Vi-cenza fa festeggiata assai I contadini però che qua e là accorrevano dai campi per vederci passare, non mi parvero ammirarci molto* o volerci un gran bene. Accolti con entusiasmo a Vicenza, vi passammo la notte, benissimo acquartierati. Non mi rammento quanti fossimo, certo pia d'un migliaio.
All'indomani si andò, di buon ora, ad occupare le colline di Sorio e di Montebello, sulla destra della gran strada militare da