Rassegna storica del Risorgimento

HOHENEMSER EMMA ; HOHENEMSER SOFIA
anno <1915>   pagina <38>
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Memorie a lettere
Vicenza a Verona. D buon vecchietto del (renerai San Fermo oi attendeva lassù e dal Colonnello Bacchia egli ci fece designare la linea, che avremmo dovato difendere, se attaccati, come si pre­vedeva. Vi si improvvisò qnelia sera stessa on servizio di senti­nelle agli sbocchi, per i (piali si poteva salire a quei colli dalla parte di Verona. .Erano quelle alture sparse di casolari rustici, fiancheggiati da pagliai di forma conica j ed entro quei casolari si passò la notte dal 7 all' 8 aprile, una dura notte per gente cosi nuova ai disagi, alle ansietà del campeggiare di fronte al nemico che poteva quando che fosse sopraggiungerey Ai primi albori, le nostre scolte avevano appena dato il segnale d'allarme, che tuonò il cannone, e si videro per l'aere ancor bruno scintillare i razzi alla Congrève, e se ne udiva lo scoppio. Cadendo sui pagliai quei razzi ebbero ben presto ad incendiarli, e ne uscivano fiamme é,ne salivano dense colonne di fumo, cosicché ci sembrava d'essere at­torniati, lo corsi a disporre drax)pelli della mia compagnia là dove gli accessi apparivano più agevoli per chi salisse a rompere la nostra linea di difesa. I volontari vi erano accorsi fidenti, e io scambio delle fucilate tra la catena dei cacciatori austriaci ed i nostri posti durò ben nutrito per più di mezz'ora. Però i nemici più numerosi e protetti dall'artiglieria andavano passo passo gua­dagnando l'erta. Già sulla nostra liuea giacevano volontari morti e feriti ed intorno a loro era gran ressa li molti, che lasciati i ffosti di combattimento si affaccendavano a soccorrerli, per poi trasportarli. Ben presto il soverchiare degli assalitori, che a baio­netta calate, su per l'erta ci erano prossimi, fece cessare la difesa e volgere in subita precipitosa fuga i difensori della nostra linea. In pochi istanti mi vidi sparir d'intorno i volontari che mi erano fin allora stati più vicini, ed a pochi passi mi era sopra una pat-tuglia di croati. Li riconobbi al colore dei visi e dell'uniforme ed ebbi appena tempo di sottrarmi alla prigionia ed alla morte: di­venuto poi bersaglio, per mia fortuna fallito, ai colpi, che m'in­seguivano.
Tale il primo scontro, in aperta campagna, dei volontari del '48. Pur troppo i crociati padovani, dopo quel rovescio, si dileguarono, che nò a Vicenza nò a Padova si riuscì a raggranellarne un nu­mero appena discreto. 1 primi'a lasciare il combattimento riuscì* rono a trasportare, e ad accompagnare i .compagni feriti a Vi-