Rassegna storica del Risorgimento
HOHENEMSER EMMA ; HOHENEMSER SOFIA
anno
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1915
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pagina
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43
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di Carlo 0-uwnmÌ Gonzaga 43
così clie il Casati e PO' Donnei ed i municipali giungessero in via Bigli, dove si ricoverarono in casa Taverna : la quale divenne sede di un'autorità cìvica, solidale con la metropoli insorta. Sulle prime, quella sede rimanendo ignota, gli Austriaci invasero invece il Broletto, dove uè potevano più liberare il Governatore, né impadronirsi del Casati e dei suoi complici. Di quella strana coni hi-nazione, d'eventi rimase manifestazione caratteristica l'essersi trovato durante le cinque giornate, PO' Donnei in casa Taverna, e non si sapeva} "pene se vi fosse ospite, prigioniero, od ostaggio del Podestà. Il quale, a sua voli vi assumeva, quasi senza volerlo, autorità di Capo della città, fulminata dai soldati di quelPImperatore, a nome del quale era egli pur sempre il Podestà di Milano. Il subito grandeggiare della rivolta fece che in casa Taverna s'accentrasse il moto insurrezionale, dovè facevano capo gli insorti e la cittadinanza, e dove la Municipalità si trasformò in governo provvisorio, dal primo giorno della rivolta, quando era ancora temerario presagirne la vittoria. In quei cinque giorni, quale concitazione d'animi, quali ansie, quali istantanee deliberazioni tra il succedersi delle vicende giornaliere del combattimento, al suono delle campane, al rumoreggiare dei colpi di cannone, e del cadere e dello scoppiare delle bombe, intorno a quei governanti improvvisati, a cui accorrevano i cittadini ta?a. l'ondeggiare delle notizie 01? vere ed or false l
Le prime ore dell' insurrezione, il generale Radetzky non si era mosso dalla sua casa in città, non supponendo un moto più. temibile dei passati tumulti. Epperò non molto mancò elle egli cadesse nelle mani degli insorti, ed a mala pena ebbe poi il tempo di ricoverarsi, in gran fretta, in Castello, ad assumervi il supremo comando di soldati, già in parte sbandati e sbigottiti.
Già fin dal primo dei cinque giorni,, da casa Taverna era mandato a Torino il conte Martini, che vi chiedesse a Carlo Alberto il pronto soccorso delle.sue armi., Ma al terzo giorno, ècco il Martini di ritorno da Torino, con P incarico del Ee di chiedere al Governo provvisorio una seconda più esplicita, più formale, più devota domanda d'intervento. E questa domanda ih subito rinnovata ed il Martini la portò a Torino. Era frattanto sfuggita a Carlo Alberto la propizia occasione di entrare in Milano liberatore, di colpire gli Austriaci di fianco ed alle spalle, di dare irresistibile impulso