Rassegna storica del Risorgimento

HOHENEMSER EMMA ; HOHENEMSER SOFIA
anno <1915>   pagina <44>
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aU* insurrezione di tutta la Lombardia, non eccettuata la fortezza di Mantova, ohe lasciata con guarnigione piccolissima, stette qual­che giorno per cadere.
Di un altro episodio delle cinque giornate IIJÌ parlava Anselmo. "Btìarto dei cinque giorni, il generale Badetzky syya mandato al Governo provvisorio un suo messo, Maggioreartiglieria, a pro­porre nn armistizio, 3?u olii amato a consiglio il Cattaneo, il quale, dopo i prudènti suoi consigli, scoppiata che fc fej rivoltatasi era MM a guidarla, a. capo d'un comitato di guerra, d'intesa col Go­verno provvisorio. Il Cattaneo, di fronte al messo Austriaco, con vibrata ed eloquente parola, respinse l'i usidiosa proposta-, a nome dei combattenti. Il governo provvisorio annui al risoluto propo:-. sito del Cattaneo, al quale se ne attribuì poi la gloria. Era la se-eonda volta in quei pochi giorni che ai repubblicani milanesi ai lasciava il vanto delle maggiori decisioni : i I primo giorno al Cerna­seli i rimpetto al Governatore civile, il quarto al Cattaneo di fronte-1 al plenipotenziario Austriaco. Molto se n'accrebbe il prestigio dei repubblicani, a scapito dell'autorità degli Albertistij- che come tali erano designati i signori di casa Taverna. Ma U assai rao che i oasi umani i più grandi, i più drammatici, 0 ijatetici non abbiano anche qualcosa di comico : e così in casa Taverna, nelle cinque giornate, non mancò la comicità del Casati e dell'O' Don­nei, stretti in quotidiani segreti colloqui. Era stata al Governa­tore Austriaco assegnata una sua camera, Segregata dalle altre, e il Casati gli recava ogni giorno non so se le sue condoglianze od i suoi conforti. Certo, care figliuole, voi sorridereste, se vi po­tessi riferire come quei due uomini, in cos'i impensate,; e strane relazioni, si atteggiassero, si guardassero, si parlassero mentre tra i colpi di cannone pendeva incerta la sorte della città, con quella di ciascuno di loro.
Anselmo, che queste cose mi narrava, era già da più d'un mes ritornato a vivere più tranquillo. Mi diceva essere lieto della recente nomina dei suo coetaneo ed amico Cesare Correnti a se­gretario del Governo provvissorio. Avevano collaborato a scritture politico-finanziarie, pubblicate, alcuni mesi prima, senza nome di autore, le quali avevano avuto larga diffusione in paese a anche fuori. Or si trovavano di nuovo collaboratori, d'animo e di pen­sieri conformi, tutti e due già designati pacieri fra repubblicani