Rassegna storica del Risorgimento
HOHENEMSER EMMA ; HOHENEMSER SOFIA
anno
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1915
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pagina
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52
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32 Memorie htlei,
gli avevano affidata la scabrosa missione di recarsi a Parigi a chiedervi il- sollecito intervento delle anni francesi in Lombardia. Aveva così lasciata Milano poco prima, che Carlo Alberto '''entrasse con parte dell'esercito in ritirata. Il re <vi era vMtit-i> tratto da non so quale fascino e con eroici propositi dii disperata .difésa. Pareva; ianehe tentato, tra il rumoreggiare della città., ma poi, ondeggiando, come soleva, tra pensieri diversi, e dopo scontri sfortunati, aveva finito per capitolare. Quell'armistizio, che si disse di Salasco, lai nome del generale,, che l'aveva firmato per ìt ÌSe aveva bensì schiuse a Carlo Alberto le vie all' umile ritorno in Piemonte, ma a condizioni deplorevoli. Vi sarebbe stata tregua a tempo indeterminato, tra il Piemonte e l'Ansia, a patta? però che Carlo Alberto abbandonasse ogni suo diritto set Venezia, della quale aveva accettato, pochi giorni innanzi, l'annessione, votata da solenne plebiscito. 1 quali patti appena si seppero a Venezia, la città in rivolta aveva licenziati i Commissari del re, e richiamato al Governo Daniele Manin, col proposito di ostinata difesa. Ed il Manin aveva subito delegato a Parigi il Tommaseo, il 3a? sini, l'Aleardi, a chiedervi l'aiuto- delle armi Francesi. 1 legati-veneti, arrivando a Parigi avevano fatto causa comune con Anselmo, che, per la Lombardia, aveva già chiesto queir intervento. Del quale molto sollecito non si mostrava il ministro Sardo a Parigi, marchese Ricci. Questi anzi, metteva innanzi obbiezioni al compito affidato ad Anselmo dai suoi colleghi di Milano. Erano allora venuti a Parigi alcuni maggiorenti milanesi tra i più caldi albertisti che rimproveravano Anselmo d'aver fatto prevalere, nei consigli del Governo provvisorio, la formula di votazione la quale includeva nell'annessione il patto di un'Assemblea da eleggersi a suffragio universale nelle antiche come nelle nuove Provincie, con facoltà di rivedere lo Statuto di Carlo Alberto e di dare all'antica Monarchia nuove basi nel diritto nazionale1, e popolare. Di quelle recriminazioni si era doluto assai Anselmo il quale aveva propugnato quella formula d'annessione, per conciliarvi l'animo dei più fervidi patrioti, i quali, come lui, volevano affidamenti liberali, che legassero la vetusta monarchia, tanto ingrandita dal voto popolare, al proseguimento dell'impresa nazionale.
D'altra parte Anselmo aveva dovuto ben presto avvedersi che il chiesto intervento non si sarebbe ottenuto. La Repubblica, pre-