Rassegna storica del Risorgimento

HOHENEMSER EMMA ; HOHENEMSER SOFIA
anno <1915>   pagina <56>
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66 Memorie e lettere
subire di nuovo la crosciata baldanza militale austriaca, e la ri­pugnanza, anche maggiore, di separarmi da Anselmo, che amavo con fraterno abbandono, ed intera deferenza.
Si dimorò allora per poco a Belgirate, ameno jtesello, pros­simo a Stresa, dove mirai, per la prima volta, li simpatico volte dì Alessandro Manzoni, ospite del suo grande amicò il Rosmini!
Quanto belli sebben melanconici quei tramonti autunnali sulla sponda piemontese di quel bel lago, ridiventato confine austriaciÈb Dalle cinque giornate, dalla liberazione df Ycnezia erano scorsi pochi mesi, ma quale mutamento! Deriso, se non già odiato, quel Pio IX per-cui l'Italia aveva delirato. Ormai poco ascoltati, ed essi stessi quasi sfiduciai i grandi Maestri, il G-iobertì, il Balbo, il Cap­poni, il Mamiani, apostoli di un blando rivolgimento, al quale e cielo e terra avrebbero dovuto appianare le viei.
Il Borbone, disertore dai campi di Lombardia, violatore della Costituzione, stava per assalire la generosa ribelle Sicilia. Il Gran­duca di Toscana era ormai per gli Italiani poco più di un Ar­ciduca austriaco. Così stava tramontando il 1848 tra gli Evviva alla Costituente in "Firenze, ed in Boni a; e con quel grido l'Ita­lia ritornava agli ideali mazziniani. Aveva Anselmo- propugnato già il concetto di una Costituente nei nuovi Stati Sardi ed ora desiderava seguirne le fortune nell' Italia centrale. E con lui andai a Firenze.
I ricordi della une del '48 e del '49 sono tra i maggiori della mia vita. Sebbene non partecipassi, che con l'animo,,,, m quegli av­venimenti;, pure non posso tacerne. Sebbene tenia, gatarvi, cale figliuole, il piacere' di leggere in questi fogli soltanto memorie mie e di famiglia, continuo a scrivere come mi detta dentro il senti­mento. Il quale, in quegli eventi, mi segna le dolorose esperienze che alla mia generazione spianarono la sacra via all'unità poli­tica della dazione in Boma.
A Firenze Anselmo collaborò con alcuni amici, il Tenca, l'Al­lievi, il Colombo al giornale la Costituente. I suoi uffici di redazione erano prossimi a quelli di un giornale mazziniano edito dal Bardi. Ricordo l'arguto uomo e il bel regalo che mi fece di uno dei primi esemplari della Gioconda di Leonardo, incisa dal valentissimo Oa-lainatta. Quell'esemplare l'abbiamo ancora in casa, e il Calamai ta lo conobbi poi a Parigi, geniale artista e simpatico uomo, pallido