Rassegna storica del Risorgimento

HOHENEMSER EMMA ; HOHENEMSER SOFIA
anno <1915>   pagina <64>
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64 Memoria e lettere
Alberto Mark) ardente patriota, che letterato e filosofo oscillava tra il Gioberti ed il Mazzini. Alla, veneranda madre del quale s'andava spesso a far visita ; una veccbierella semplice, modesta, dai tratti del viso ben scolpiti, e che aveva aspetto, modV e di­scorrere assai degno. Vedova di un medico vaiente, da molti anni viveva soletta nella memoria e nel desiderio del figlio lontano, il gran nome del quale evale aureola per gli eletti cittadini che la visitavano. Mi par vederla avvolta nel suo scialle, seduta collo scaldino tra le mani ! Ero io poi stato attratto da grande simpatìa per un giovanetto siciliano: Bosolino Pilo.* ijton vidi mai genti­lezza d'aspetto e di modi uguali alla sua. Con lui e con giovani ufficiali delle navi sarde si passeggiava spesso tra i marmorei pa­lazzi delle maggiori contrade di Genova,. Più che i palazzi delia-quale, si ammiravano le sue belle figlie, dai candidi zendadi sui neri capelli ! L'amico Bosolino cne io pensavo dover avere qualche somiglianza coi cavalieri normanni del medio evo, era davvero predestinato a precedere Garibaldi in Sicilia.: a sus'tarvl l'insur-ezacme, a cadere poco dopo che il liberatore era sbarcato a Marsala*
Ma quel sereno in Genova durò pòco. Era il novembre del 1849 e primo ministro di Vittorio Emanuele Massimo d'Azeglio. Questi aveva allora a contrastare colla Camera dei deputati la quale rifiu­tava il suo voto all'indeclinabile trattato di pace. Col proclama ce­lebre di Moncallieri si indicevano nuove elezioni, ad ottenere dal paese che si tacesse di necessità virtù, sanzionando il trattato. Fu in quei giorni di straordinario fermento che ad Anselmo ed a me fu indetto di lasciare il Piemonte. Andò Anselmo a Torino per paiN lamé al d'Azeglio ch'egli ben conosceva: l'arguto romanziere, pit­tóre, soldato., e ftòiifteo gli rispose con disia volta bonarietà: che i fratelli Guerrieri erano ricchi abbastanza per poter vivere, senza stenti, all'estero, fuori di quei Piemonte tanto agitato ! La quale risposta molto ci dolse, ma ripensandovi poi, ne scusai il patriotfca ministro che in quei giorni appunto si era sobbarcato al doloroso compito di calmare gli animi e di rassodare nel suo Piemonte, nella pace, i nuovi ordini costituzionali, col proposito di ravviare l'im­presa nazionale.
Si passò il. Cenisio nel cuor dell'inverno, ed a Parigi conobbi il Manin, il Tommaseo, il Montanelli, e qualche volta la sera, si andava dalla signora Oramor, la nostra compagna di viaggio da