Rassegna storica del Risorgimento

HOHENEMSER EMMA ; HOHENEMSER SOFIA
anno <1915>   pagina <68>
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8 Memoria e teMere
;s'i con faceva, molto coll'indole mia, òhe d'altronde abborriva te con­giure società segrete. Anselmo ne lieeveva frequenti messaggi, ili certi foglietti vergati dì sua mano di cui era largo agli ainie-L Dopo l'affissione del decreto d'espulsione, in Ginevra, il Mazzini non Itì Rincontrava, più li città, quando una era 'Anselmo mi disse che andava dal Pazy, deputato radicale al Consiglio nazio­nale e capo del -Governo Cantonale di Ginevra.; A me eli e gli chie­devo perchè vi; andasse, unì per dire clic vi avrebbe veduto il Mazzini, ospite celato del J?azy. Oàrattcristiseo segno dei tempi e della Svizzera d'allora. Il Mazzini però lasciava di lì a poco Gi­nevra peT "Londra,
Degli .amicasi Ginevra, ve ne ricordo qui qualcuno, care fi­gliole e primissimo i buon Bodrjgejg amico nostro fedelissimo, ora infermo a Firenze. Il valente giovane era allora -precettore :del Pe-scautini ,(già rappresentante a Parigi della KejjiibliliCaroMana in­vasa dalle armi francesi) a Syen, e veniva spesso al Pàquis dalla Signora Sofia. C'erano i fratelli Cai desi romagnoli, valorosi e fi­dati seguaci del Mazzini. Il Frapolli bell'uomo, prestante iffììciale milanese, che si compiaceva di un non so che di tenebroso pur essendo d'indole bonaria e fantasiosa.-: Manrizio Quadrio, il fidatis-simo segretario di Mazzini., un valtellinese, precettore per mol-t'anni in Russia, che sorbiva pacatamente una quotidiana serie di tazze di thè al .Caffè del Tord; non avrei certo indovinato in lui un cospiratore. C'era il bel Saffi giovane fratello del Triumviro di Roma. JÌTè scordo il Calvi, milanese, che si spense di tisi, fra le mie braccia, in Montreux. Ma fu al nostro focolare quasi do­mestico, in casa della signora Sofia, che l'intimo spirito della col­tura germanica ci penetrò, e Anselmo divisò la sua traduzione del Famt. Con amore tenevo dietro a quella traduzione, discutendone con Anselmo qualche variante.
Ricordo con vivo affetto la signorina Maria Alfabof allora compagna di scuola di Emma e di Berta lì Puis, che m poi della nostra cara estinta la fedelissima amica, e le sopravvive -a -<Ìfee> vra. Era una vispa faneinlla alta, bionda, fiorente, piena di brio.
Mar ormai .questi miei ricordi toccano alla fine tìp 1851,
Il 2 dicembre sera si sussurrò in Ginevra tra gli emigrati, d'una rivoluzione a Parigi. Anselmo ed io, e qualche amico ansiosi di notizie, si passeggiava sul tardi per le vie già, deserte della città.