Rassegna storica del Risorgimento

HOHENEMSER EMMA ; HOHENEMSER SOFIA
anno <1915>   pagina <71>
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Ymtìi al Modenesi, ai Parmigiani, ai Romagnoli, ai Romani erano veuuti ad aggiungersi tu Piemonte i prorogai di Napoli e della Sicilia: affratellati nell'eguale abomimito.lAP tirannide borbo­nica; eletta schiera d'uomini speeeblt3simi per ingegno, dot­trina, carattere; i più generosamente pronti a sacrificare la loro egemonia regionale alla grande idea unitaria della quale tessero perni la dinastia e la libertà del Piemonte.
In quegli anni andando a Torino si dicevat Hi ?aguìarg< in pel­legrinaggio alla Mecca; e lo ricordo a siguHìcary care figliuole, il presentimento e rintuito dei patriotti d'allora. Se quella emi­grazione in Piemonte fecondala, in paese, l'idea nazionale, l'altra che si era sparsa in Francia, in Isvizzera ed in Inghilterra, vi snscitàva nuove simpatie, e vi cresceva le antiche per la cansa italiana. Io ohe per vari anni ebbi consuetudine di vita con que­gli emigrati, me ne compiaccio sempre ricordando le loro qualità d'intelletto, d'animo, e la dignità dell' intemerata condotta, tale da sfatare inveterati pregiudizi di disistima per la nostra gente. Se ben rammento era l'autunno del 1852 quando io lasciai Gi­nevra per Parigi dove mi avrebbe poi raggiunto Anselmo, di ri­torno da un suo viaggio, credo mazziniano, in Germania. Il sog­giorno in Parigi m'era stato consigliato anche dalla signora Sofia la quale mi diceva che là ini sarei trovato in piti largo cerchio di emigrati italiani ed in un centro di coltura e di studi,, dei quali la mia giovinezza poteva giovarsi. Vi andai a dimorare nel quar­tiere latino, nel ben noto quartiere degli studenti, là dove il Col­legio di Francia, la Biblioteca Mazarine, il giardino delle Piante attraggono, da secoli, si varia folla di scolari, la vita e le abitu­dini dei quali furono delineati in molti romanzi. Attorno alla ve­tusta Sorbona vi sono cresciute da secoli le grandi scuole univer­sitarie) tra le quali le celeberrime aule del Collegio di Francia. Da quelle cattedre i più illustri professori di scienza, di filosofia, fti filologia e di lettere della Francia svolgevano il corso dei loro insegnamenti a libero coronamento di quelli d'obbligo per gli esami delle diverse facoltà. Ma le voci del Quinet e del Michelet, apo­stoli e tribuni di libertà e dir democrazia, non vi risuonavauo dac­ché il nuovo Imperatore aveva loro imposto silenzio. Il risorto im­pero Napoleonico sembrava rassodarsi.sulla sua base di forte reg­gimento Cesareo e democratica, lusingatore dell'orgoglio nazionale,