Rassegna storica del Risorgimento
1849-1852 ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; EMIGRAZIONE POLITICA ;
anno
<
1926
>
pagina
<
7
>
// Comitato centrale siciliano di Palermo (1849-1852) ?
Vi prego caldamente ponderare la lettera di N. 3 e, dal cauto vostro date con l'esecuzione di quanto vi si chiede una spinta mag- giore alle operazioni che bisognousi praticare.
Io scrivo prima che giunga il comodo per consegnare maggior sicurezza le Lettere con anticipazione, riserbandomi a riscrivere se mi è data possibilità dietro aver ricevuta la vostra che anelo grande- mente per aver iiascoiÉtro a mille cose che vi scrissi colla passata.
Vi acchiudo 15 talloni appartenenti ogni tre ad uno individuo del Comitato. Essi son cifrati ugualmente che la lettera di N. 3 per il che potrete rilevare ognuno di essi a, chi appartiene. Quali talloni serviranno come quelli che vi inviai una volta, quali lacererete come inutili, per la riconoscenza di qualunque emissario che a noi dovrebbe venire e drizzarsi ad uno de' cinque che voi credete opportuno. Vi tengo prevenuti però di tener presente di esser sempre nel caso di uno de' cinque o più d'uno potere essere arrestato o perseguitato, ed in tal caso il vostro commissionato dovrà esser da voi munito di tal- Ioni per due individui acciò, se uno sìa stato colto da sventura, l'altro potesse riceverlo, mentre dovete esser sicuri che finché uno de' cin- que avrà il campo il fuggire la persecuzione quantunque gli altri quattro per sventura fossero inabilitati al lavoro, questo non si arre- sterà mai poicchè i cinque son così bene, organizzati fra loro e con <' le catene subalterne per così dire, che basterebbe un solo a poter far proseguire l'andamento degli affari, non restando a questi che il sof- frire soltanto meno attività. g
Quanto vengo a chiedervi è a nome degli infelici che soffrono nelle prigioni e ne' bagni, quali da' loro locali mi nan fatto giungere i loro comandi ed in uno il rapporto del loro operare avverso il più scellerato fra' i nostri concittadini, se pur così si puote ancora chia- mare. *
I sopradetti sventurati nostri fratelli chiedono a tutto rigore che l'infame Barone Riso venghi trattato all'estero come loro lo trattale rono allora quando questo svergognato si fece ardimentoso di girare la cittadella di Messina. Esso fu coperto di sputi, caricato d'impro-4. perii e di parole ignominiose; e, se que' poveri infelici fossero stati fuori delle proprie prigioni, il Riso avrebbe veduto più che Hainoo in Londra il finire de' suoi giorni. Quest'atto eroico di risentimento pa- trio à portato a quei disgraziati, maggiori sventure, essendo stati vieramaggiormente sacrificati e con percosse e con priggioni più or- rerose. L'infame Barone è partito da Palermo alla volta di Livorno, poi Firenze, poi Milano .e, così proseguendo, portatisi in Bàden, dice