Rassegna storica del Risorgimento

1849-1852 ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; EMIGRAZIONE POLITICA ;
anno <1926>   pagina <11>
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M Comitato centrate siti/tono di Palermo (1849-1852) 1 /
fermo di voler tenere perpetuamente iti casa tutte puttane. Animi- riamo la fermezza di carattere eli costui,
A quest'ora avrete di certo cacciato da Genova per la seconda volta* o terza resagrando Saverio Ruecellaj il quale in una lettera per posta mandata ad un suo amico scriveva che .3 vergogna della con- sumata Sicilia, i Jadri, che la vendettero, sfoggiano da grossi proprie- tarii in Genova, mentre esso, onesto cittadino, andava ramingo nella povertà dietro aver servito la Patria con tanta efficacia. Esso dichia- rava apertamente i nomi di queste nefande persone, opposte ai Suoi santi principu 6 sapete chi erano costoro? Eri tu, carissimo Roso- lino; eri tu, carissimo il mio Luigi; era il galantuomo Interdettati, erano infine molti altri de* nostri buoni. Ho dovuto ciò dirci per vostra regola.
In quanto ai ladri Patti e Locaselo, essendo quest'ultima partito, non mai per aver voluto arrestare il Patti, come esso all'estero ha dichiarato, ma per avere rubbato 60 animali bovini e questi venduti in un altro paese e dopo alquanti giorni rubò gli stessi animali per la seconda volta e li andiede a vendere in un altro punto di Sicilia. Or per questi due individui, come vi dicevo, vi era un taglione di mille e duecento once per ciascheduno, che, poiché si sebbe la loro partenza si commutò in cauzione per la loro libertà provvisoria," e, negatisi i rispettivi parenti al deposito dì un tal denaro, si passò agli arresti- de' fratelli del Pattai, e alle minacci del Locascio: ma final- mente si venne ad una transazione di dare a fondo perduto al Governo once settecento per ciascuno, accordandogli libertà ne* modi seguenti:
Si proibisce al Patti di tornare in Sicilia. Si proibisce al Lo- cascio di uscir di Sicilia mentre era per la via di Genova. Il denaro di fondo perduto è stato incassato dal Governo e le famiglie di Patti é Locascio non soffrono nell'attualità molestia governativa.
Mosca bianca: un ispettore di polizia onesto. Un tal Di Prescia, ispettore di polizia di fresca data, domandava un impiego per darsi da vivere colla famiglia, quando conferitogli quello di ispettore lo ac- cettò col proponimento di proseguire in quell'infame carriera sotto <t questo nefando Governo i retti principii di galantuomo. Esso adera- piva scrupolosamente; ma o presto o tardi doveagli perciò venire la sua rovina. Ecco come che gli giunse>, Jv'lspettore Puntalo, uomo nato per far da carnefice sotto l'eroico Bomba, un giorno martorizzò tal- mente un individuo per farli dire efò che lui pretendeva, che, benché legato di mano e piede, ebbe la fermezza e l'abilità di buttarsi per f<t disperazione dal balcone del Commissariato. Ciò avvenne precisamente