Rassegna storica del Risorgimento
1849-1852 ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; EMIGRAZIONE POLITICA ;
anno
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1926
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pagina
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21
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ti Comitato centrale siciliano di Palermo (1849-1852) il
< tere avere fra giorni, essendo che da Messina è composta la corri-
* spoiidenza con Catania, Siragusa e tutte quelle parti. Per gli altri di quest'altro braccio sono coinè fosse in casa mia.
Vi sollecito di avvertire ai nostri di Pariggi che il Console Fran- cese in Malta è spia e che ove possono cerchino ogni influenze a farlo rimuovere.
* Attendo ancora le istruzioni del Mazzini per come avete promesse; ma vorrei vedere- in Ventura, con l'istruzione, l'ordine di un movi- mento, non lasciando di avvertirvi di non mai stabilire il nostro paese, ossia la nostra Isola tra le prime come neanche tra le ultime.
Per l'arresto di alcuni braccia non ho potuto avverare l'abbru-
* ciamento dei telegrafi; ma quanto prima spero praticarlo.
Se hai occasione di scrivere a Michele Amari, membro del Co- mitato a Parigi, salutalo- caramente da mia parte e dille che mi con- solo vederlo allontanato da quella orrorosa catena di previlegiati e costituzionalisti del 1812. E si rammenti come questi tali sono quelli stessi che innanzi il 1848 si negavano a venire in ogni nostra riu- nione, che ci tradivono ogni tentativo di movimento e che temevono sino venir con noi ad un divertimento a Monte Pellegrino o in al- tro loco. Sol mi dispiace che quella melma ci ha putrefatto l'otre timo Granatelli, che vi raccomando vivamente a cercare ogni modo a ritornarlo a noi, mentre mi è forza ripetere che è stato trascinato dalla corruzione pestilenziale della rimasuglia baronale, che guarda il 1812 come l'ultimo focolare ove si possono riscaldare a tener viva la loro ambizione ed aristocrazia.
Dice il nostro Mazzini che fino a che vi saranno re in Italia vi saranno stranieri; ed io penso che sino a che vi son titoli in Sicilia e per essi persone che possono averli, vi sarà sempre la discordia, ed ogni libertà acquistata, dal domani che sarà alberata, sarà alla vìggilia di perdersi per questa canaglia nobilesca, che, benché ri- dotta a povertà, va sempre in cerca *di mostrare il nobilesco albero di famiglia di vetuste radice. E quando sarà .che gli daremo una ra- dice da non dimenticarla più?
Vi avverto che il Comandante di marina che andiede a conse-c gnare il vapore Aw T>ondra, che speriamo mn dargli come mi dite, è uno dei nostri siciliani che serve devotamente e di cuore Ferdinando Bomba. Esso è mio fratello Girolamo Vergara (i)s
(ii) Così èra scritto: poi Ai raschiato il nome e non rimase più; se non la V iniziale che lascia però leggere le altre sillabe del cognome.