Rassegna storica del Risorgimento

1849-1852 ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; EMIGRAZIONE POLITICA ;
anno <1926>   pagina <33>
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// Comitato centrale siciliano di Palermo (184.9-1852) 33
come ora torna a presentarsi, serpeggiava un sordo malcontento con­tro il Mazzini, '} :ò non ostante, considera vasi sempre come vene­rato Maestro.
Ridotto a sé, e rispondendo a incitamenti che gli pervenivano da Genova e da Malta e a bisogni di espansione, di affiatamento che or­mai ad esso stesso s'imponevano, il Comitato di Palermo rivolse il pensiero verso Napoli e tentò di entrare in relazione sempre più stretta eon i liberali partenopei.
Da tempo ne cercava la via senza riuscirvi. Mutando sistema; e dandoci la prova del cammino già fatto dall' idea dell' Unità, sperò con­seguire il suo intento inducendo il Comitato di Genova a compilare un appello ai Napolitani per invitarli alla concordia e fratellanza allo scopo di abbattere la tirannide e dì .eostituire Y Unità e V indipendenza della Patria comune.
Questo era il plico interessante spedito al Comitato di Genova per mezzo del pilota Vincenzo Corvaja.
La stampa in 600 esemplari affidatane al tipografo A. Moretti di Genova, fu da questo compiuta il 25 agosto e pagata franchi cinquanta,
COMITATO CENTRALE DI SICILIA
Dìo e Popolo Italia e Libertà
I SICILIANI AI LORO FRATELLI DI NAPOLI
In questo solenne momento in cui avvinti allo stesso giogo pesa su noi la ferrea mano codarda del comune carnefice, che ci rinsanguina le antiche piaghe e ci irride; guardiamoci in viso, o fratelli, e con la sublime schiettezza di uomini liberi purificati dal martirio, con- Tessiamo al cospetto dell'Europa le colpe reciproche da cui rinacque la nostra schiavitù, onde distruggerla per sempre; sveliamo del pari il santuario delle nuove speranze, frutto di una lunga esperienza di disinganni e sventure, e dalla profonda conoscenza dell'indole ab-. bietta, calcolatrice e spergiura dei nostri tiranni !
Noi, popoli di Sicilia, fummo per tanti secoli fra noi stessi ò?a- ni ino divisi, dai giorni del divino slancio del Vespro all'anno immor- tale che iniziò l'italiano fcisorgiraento; Messina e Palermo si sog- guardavano cupide e sospettose, invidiandosi il miserabile sfarzo e le lascive pompe del dispotismo; ma, come nel Vespro e nel 1848, Pa- termo insorse vinse la prima, Messina redense una volta l'isola of- frendosi in terribile olocausto alla rabbia brutale dell'Angioino, e