Rassegna storica del Risorgimento

1849-1852 ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; EMIGRAZIONE POLITICA ;
anno <1926>   pagina <42>
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4 Eugenio Casanova-
far chiudere per" sempre la bocca ai reazionari. Presto, prestassimo e prima che i giornali pretini del Piemonte s'impossessino della notìzia contraria .
Di questi articoli, dettati dopo le nuove spiegazioni del Pilo, il primo uscì sul numero del Progresso del 5 settembre a rintuzzare le vel­leità dei giornali reazionari; mentre per il Comitato di Parigi scrivevano Saverio Friscia e Abramo Vasta a Rosalino, in data del 9 settembre: .li amici di Malta ci scrivono che il nostro programma incontrò la simpatia generale; e, sul dubbio che le copie da Londra venissero troppo tardi, lo ristamparono; ed a quest'ora non poche copie ne cir-<< colano in Sicilia .
Il programma del Comitato siciliano di Parigi, approvato dal Co­mitato di Londra, mirava alla diffusione dell'idea dell'Unità italiana; di cui altri circoli e comitati, come quello Latino si dimostravano in quei giorni entusiasti fautori. Per contro, il Crispi, più prudente e realista, in data del 5 settembre scriveva da Torino a Rosalino Pilo : Il proclama del Comitato latino, al quale tu accenni, era già pubbli- cato nel Progresso, e come avrei veduto, fu riprodotto dall' Italia e Popolo. Intanto, io vedo con dolore ch'esistono molte illusioni ancora. Scopro neW Italia e Popolo di ieri una cieca credenza che l'idea del- l'Unità nazionale in questi due anni si sia radicata nel popolo. Vo- glia Dio che sia cosìl ma ionon ne vedo gli elementi. Se, per -pó- polo, intende la maggioranza dell'emigrazione, e va bene; ma slam ben altri che noi il popolo. Noi non possiamo che fecondare la grande idea; ma non ne dipenderà da noi il supremo giudizio. In buona fede, << caro Rosalino, credi tu che i nostri paesani siano unitari ?
E per qual mezzo abbiamo potuto conoscere questa loro opinione? E come, per altro, essi hanno potuto così presto perdere quel senti- mento di autonomia, che noi sappiamo quanto colà sia incarnato? Quello eh' io dico per Sicilia, è per questo Piemonte, per Venezia, per 4 Toscana e per Napoli, che vuole esser fusa con la Sicilia, ma non vorrà fondersi con Roma. Per Dio? non s'illudano; altrimenti faremo fiasco. Si coltivi la grande idea della Nazionalità; ma non si preci- pitino opinioni sul modo di attuarla! .
E, d'altra parte, Rosario Bagnasco da Marsiglia, in data,del 4, confessava al Pilo che, dopo la venuta di Luigi Orlando, si erano chia­rite le idee; ed egli poteva in fine dirsi pienamente d'accordo con lui e col Comitato di Parigi, da cui prima ripugnava. Tale ripugnanza na­sceva, secondo lui, dal fatto, ch'egli abboniva dallo spingere innanzi i costituzionali e altri uomini che, a suo parere, tacevano l'interesse della