Rassegna storica del Risorgimento

1849-1852 ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; EMIGRAZIONE POLITICA ;
anno <1926>   pagina <54>
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4 Eugenio Casanova
già èra tornato di campagna; e mi scrive che aveva ricevuto la '* pria lettera e stampi, che ci aveva diretto è che andava a mettersi <Si d'accordo con il numero i, ma senza farci conóscere a nessuno dei suoi compagni, ne tampoco della sua organezazìone. Mi scrive poi che lo spirito di tutta la Sicilia è- fremente e che a stento possono fre- narlo. ?
In quanto poi all'avvertimento che mi late per Cangi., io vi dico che, per la parte miai, sono, sicuro di lui, e qualunque fossero gli ap- parenze, che lo condannano; ma pur tutta via, siccóme ógni uorae deve dubbitare di se stesso, non ho giammai scritto a Gangi né scrivorò giammai cosa che ci possa nuocere, ma ci scrivo tutto quello ch'è di raggion pubblica ,
(Desidera riavere il suo passaporto imprestato il Mondini, poiché le persecuzioni del Governo francese contrór l'emigrazione gli fan sospet­tare di dover trasferirsi a Genova).
Vostro amico e fratello ROSARIO BAGNASCO
Da questa lettera, oltre alle spiegazioni richieste e al ribadimento delle accuse contro la pigrizia del Comitato di Genova, veniamo a ri­levare l'esistenza di altri Comitati democratici in Sicilia, accanto a quelli del partito d'azione mazziniano; e naturalmente, sapendo che facevano capo al Bagnasco, non possiamo non raffigurarci che appartenessero ad una iazione più estrema, composta di elementi più specialmente socia­listi e comunisti, contrari, pertanto, in fóndo al Mazzini. Ciò era natu­rale, come abbiamo già tentato di spiegare, poiché sotto le grandi ali del Maestro troppi elementi eransi dapprima raccolti, che pella conce­zione e pel modo di operare non potevano rimanere lungamente a lui legati.
Questi elementi, diversi da quelli che seguivano allora in tutto e per tutto la dottrina del grande Ligure e dalle di lui labbra contìnua­mente pendevano, erano da questi attentamente vigilati, non ostante che mirassero, in ultimo, tutti allo stesso scopo. E se gli estremisti, diremo cosi, di Sinistra, davano al solito ai democratici una certa irritazione per l'eccessività, colla quale intendevano applicare il metodo rivoluzio­nario, eccessività, che minacciava di togliere loro il primato e la dire­zione del movimento; quelli di Destra, invece, li rendevano addirittura idrofobi perchè, appigliandosi ad altro metodo meno catastrofico, adde-scavano un maggior numero di proseliti; e costituivano il vero pericolo e il vero avversario dei democratici. Questi, difatti, correvano il rischio