Rassegna storica del Risorgimento
1849-1852 ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; EMIGRAZIONE POLITICA ;
anno
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1926
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pagina
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58
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5 Eugenio Casanova
dei Gladstone, che non erano certo disprezzabili mezzi di lotta, ma non corrispondevano precisamente a quello che il Comitato di Palermo pretendeva.
Genova non limitava, pero!, la propria attività ai soli conforti, né alla stampa e spedizione di manifesti. Era un lavoro intenso quello, ai quale da solo o coli'aiuto di pochi amici attendeva Rosalino sia per diffondere da un lato e dall'altro notizie che potessero interessare gli isolani o gli esuli, sia per diramare istruzioni ai primi o comunicare ai Comitati i desiderii e bisogni dell'Isola. Questo ufficio di collegamento, che assurgeva alla più alta importanza, riusciva quanto altro mai pesante per chi, come lui, conservava presso di sé ad ogni buon fine, gli originali delle missive ricevute e si affaticava a trascriverne una e più volte copie, che trasmetteva a Parigi o a Palermo.
Ma, per quanto assorbente, quel lavoro non gì* impediva- di preparare cose di maggiore consistenza, di eseguire le ordinazioni deliberate o commessegli, di provvedere, coli"assistenza di tutta l'emigrazione e talvolta anche del Mazzini, alcune delle armi desiderate, d'istradarle per vie più o meno tortuose al loro destino.
Quella attività del Pilo e dei suoi confratelli, da un lato, ci svela i disegni, intorno ai quali si affaticava il partito tutto quanto e le speranze che nutriva in quei giorni; dall'altro ci rappresenta la somma del sacrifizi, che sapeva imporre alla propria squallida miseria l'emigrazione per tentare di raggiungere la nobilissima mèta, alla quale aspirava.
Quante sofferenze, quanti strazi, quanta fame non ci raffigurano quei mille fucili che il Pilo, e, per mano dell'Errante, il Comitato dichiaravano nelle loro lettere del 27 settembre 185-1 a Palermo di tener pronti allo sbarco nella 'località che fosse stata indicata; quelle munizioni, che li avrebbero accompagnati e che il nostro Corrispondente in capo in Londra (Mazzini) prometteva!! Quante altre ne raffigurava e preparava quella lettera di Rosalino, sequestrata il 6 marzo 1853 presso Antonino Lombardo e finita per quest' ultimo come capo d'accusa e d'infamia! (1)
(i85r sett. 27).
* Rispondiamo alle vostre richieste articolo per articolo. Sullo stato d'Europa.
In quanto alla Francia e all' Italia non abbiamo nulla da aggi un-< gere a quanto ve ne scrive il Comitato siciliano residente in Francia,
(1) Pubblicata dal SANSONI, a p, (0-61.