Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; PARTITI POLITICI ; MILANO
anno <1927>   pagina <57>
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/ Partiti pelitc Milano dopo le Cinque Giornale 7
A,
9- CONCLUSIONE - IL GIUDIZIO DI ANTONIO PANIZZI SUGLI AVVENIMENTI DEJB '48 IN UNA SUA LETTERA INEDITA
Una delle cause non ultime dell'infelice esito della guerra del '48 fu dunque senza dubbio la lotta dei partiti,. Essa, infatti, come ho già os­servato, impedì ai cittadini divisi e preoccupati, di dare quel contributo che avrebbero potuto dare e laeeppMvolta l'azione del Sverno Provvisorio che per eccessivo amore della libertà si mostrò inetto a frenare l'irruenza dell Lcorrenti popolari, le quali, d'altronde, non avrebbero potuto forse essere Crenate né da quello né dà un altro governo, essendo la violenta reazione alla costrizione subita per lunghi secoli. Ma se la lòtta dei partiti portò dei danni, affrettò d'altra parte lo sviluppo del sentimento nazionale, dando ai cittadini la coscienza di se stessi. La stampa pe­riodica, avendo alla base l'inviolabilità del pensiero, fu veramente có­me Mazzini avrebbe voluto che fosse, cioè un'opera di. apostolato (t);
10 fu anche quando espresse idee estreme in quanto che non combattè soltanto per M trionfo di un sistema politico o di un altro, ma spe­cialmente, e .prima! di tutto: per il trionfo dell' idea nazionale. Quindi la causa prima dell'infelice esito della guerra del "48 non va ricercata nella lotta dei partiti, ma neh" immaturità dei tempi.
Il 1848 è psicologicamente un periodo di transizione, in cui va costituendosi uno degli elementi di cui è permeata là coscienza nazio­nale e che era del tutto spento nei passati tempi di acquiescente ser­vitù: la volontà di tutti gli Italiani di aver comuni le sorti. Ne è prova
11 fau:o che le proposte di armistizio e di pace separata vennero sem­pre sdegnosamente respìnte, anche il 17 giugno, quando la Lombardia, abbandonando il Veneto, avrebbe potuto con la pace acquistare l'indi­pendenza. Meritano di essere ricordate le parole con cui il io luglio ti giornale ufficiale alludeva a tali proposte, fatte- a Gabrio Casati dal Consigliere Aulico Schmitzer Meeray, tanto sono frementi di sincerità e di passione: Noi io ripetiamo, e sia loro, come fu già di sgomento la nostra parola: la guerra lehe noi guerreggiamo, che noi guerregge­remo, è guerra italiana, né accetteremo condizioni dall'Austriaco: se
(t) Si veda DeW/talia del Popolo, n. 2 (21 maggio), l'articolo: MMàM detta stampa periodica.