Rassegna storica del Risorgimento

1849-1852 ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; EMIGRAZIONE POLITICA ;
anno <1927>   pagina <75>
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72 Comi/aio centrale siciliano di Palermo (1849-1852) 7 5
presentire prossimo il momento, noi, chiamati a rappresentare l'e- strema parte d'Italia dal voto dell'emigrazione che solo può libera- mente pronunziarsi, m preghiamo che vogliate come più presto vi fosse possibile, farci pervenire una statistica nominativo-politica degli emigrati siciliani residenti in codesta, stesa dopo esatto e scrupolo- sissimo esame e contenente le seguenti categorie:
<f i. impiego, ufficio o commissione sostenuta durante il legittimo Governo della rivoluzione del 1848;
2. adesione al Comitato Centrale di Parigi, specificando sempre in questa categoria l'effettiva fede politica, se, cioè, repubblicana, co- stituzionale o occasionale;
3. condotta polìtica durante il tempo dell'emigrazione;
q* 'capacità e tendenze;
5. in un'ultima categoria di osservazioni saranno notati i Sici- liani che ovunque residenti, anche non emigrati, per fatti incontestabili meritino di essère raccomandati particolarmente alla slima, al biasmo o alla esecrazione universale,
In lavoro di tanta delicata importanza ci raccomandiamo al noto vostro zelo ed esattezza.
Salate; ,e fraternità >> (L, SJ
Il contributo era stato chiesto agli esuli sotto forma d'invito, per­chè così aveva deliberato la maggioranza del Comitato; ma l'autore della proposta, Tommaso Landi, non era stato dello stesso parere. Avrebbe desiderato che fosse stato imposto con atto d'imperio. Poiché egli ri­teneva che il Comitato generale siciliano rappresentasse l'emigrazione siciliana tutta quanta, che, a sua volta, era l'emanazione dei cittadini rimasti nell'Isola e impediti di manifestarvi la loro opinione : e quindi fosse l'ente, l'autorità rivoluzionariamente costituita, che riassumeva in sé tutte le attribuzioni e funzioni del Governo, e perciò anche quella di decretare cosi le imposte all'emigrazione, come tutti i movimenti. Anzi, sotto tal veste, il Comitato avrebbe dovuto assumere un potere dittatoriale: avrebbe dovuto persino emanare decreti, da osservarsi poi in Sicilia dopo la rinascita, pei quali gli avversari venissero fin d'ora privati dei loro beni o tassati, in benefizio di esuli o del futuro go­verno; gl'impieghi, distribuiti agli emigrati. Pretendeva che subito s'im­pegnasse l'avvenire sia come arma di offesa contro il regime esistente, sia come; conforto ed incitamento all'emigrazione. Né rifugi va dal sen­tenziare civilmente e penalmente in proposito.
Voleva, in somma, quella predisposizione rivoluzionaria; alla quale