Rassegna storica del Risorgimento

1849-1852 ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; EMIGRAZIONE POLITICA ;
anno <1927>   pagina <92>
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Q2
Eugenio Casanova
liana, ma prima dell'Unità desidero la Libertà italiana, e se il trionfo del principio nazionale dee costarci il sacrificio del principio politico, * intendo sin d'ora essere con coloro che all'Unità monarchica preferi - scono le Repubbliche federale. In tutti i casi è mestieri parlar chiaro e tondo perocché quel gioco non è onesto in se stesso e potrebbe costarci ben altre lacrime ed altri dolori. ... Soffrite con rassegnazione i nostri dissidi. Che volete? Stando a Perigi i miei onorevoli colleghi sentono un po' troppo la smania delle opposizioni' parlamentari. Non si vorrebbe qui rimettere sul tappeto la quistione di Repubblica o 4 Monarchia? Anche noi tacciamo guerra al principio di governo che per dritto divino si vorrebbe proclamato dal Comitato .
Ma la lettera dell'Amari irritò grandemente il Pilo, il quale ne scrisse al Friscia e al Comitato una lettera che con somma leggerezza il Vasta divulgò fra gli esuli, sollevandone commenti e rampogne.
Il Friscia, ch'era in qualche modo compreso nell* insinuazione e che per essere legatissimo all'Interdonato con cui aveva vissuto circa due mesi, se ne risentì tanto più straordinariamente quanto maggiormente vide infuriarsi il Pilo, protestò, e volle una spiegazione che purgasse l'amico dall'accusa che riteneva ingiusta, mentre, dal canto suo, il Pilo, da lui informato, ribatteva all'Amari e al Vasta le loro accuse in una lettera tutt* altro che cordiale.
(Friscia al Pilo)
Parigi, 24 luglio tSgi.
(Le accuse contro l'Interdonato avevano addolorato tutti, segnata­mente perchè combattute dà una lettera del Pilo piena di bile. Erano state usufruite dai maligni, cui Abramo aveva per fanciullesca ridico-colaggine mostrata la lettera del Pilo). Michele io lo ripeto, è un co- glione e Abramo un fanciullo e come tali ei possono rendersi più fa- cilmente strumento della perfidia altrui (Friscia ne era disperato: per fortuna la nuova lettera ha tutto chiarito). Ieri si ebbe la riunione di che aveva parlato, che in gran parte non si passò che in recriminazioni per . quelle lettere. Tommaso insistè a protestare da cittadino uomo e galan- tuomo, che ei credeva utile, non che dannoso, il guastarsi d'una associa- zione che non poteva produrre alcun bene e che ei Orovasa, come me, convenien tissìmo il lanciarsi in mezzo all'emigrazione e alla sparsa e di- sorganizzata democrazia quelle quistioni che potrebbero metterle in <t via 'li trovar la incognita della sua debolezza ed improduttività. Ei disse: Io conobbi al momento che noi non avessimo potuto far <t bene. Io non mi ritirai allora, perchè io volli poter manifestare che