Rassegna storica del Risorgimento

1849-1852 ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; EMIGRAZIONE POLITICA ;
anno <1927>   pagina <93>
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// Comitato centrale siciliano di Palermo (1849-1852) 93
con me non si ritirava ufi Uòmo ma un principio . E disse benis- Simo, e vorrei che tutti potessero capir quella idea. Sciaguratamente ci agitiamo ancora: uà.- mondo dei ridicoli pettegolezzi, delle idee me- sciane, dei cuori di coniglio, degli uomini di mezze misure. I tempi ci spingono; gli eventi ci incalzano, la reazione ci urge colla sua pazza e disperata ferocia; e noi non ci solleviamo in nessuna corri-<f spondenza, noi sottostiamo a tutto. Bando alle utopie, e ai bei sogni <t platonici e sospingiamoci ictì'' tèmpi e cogli eventi. Non parlate più dunque, né pensate all'attuale Comitato. Esso è sciolto se non mate- rialmente, moralmente, o anche in tutti i due modi. Non disperate; della nuova organizzazione. Pensateci con altre idee e con più decisa ed ardita volontà e l'avrete. E nell'idea, non nel fatto materiale che dovrete appoggiarvi, e vedrete allora che non siete stati mai morti, e che se potreste sparire per un momento, potreste rifarvi sempre di nuova e più bella vita. Se persistete in quella meschina e irragione- vole disperazione, io dirò allora che non bisogna più affliggervi né del passato né del presente. Io ho scritto lungamente a Giovannino: io spero che sia stato capito; io conosco le sue idee da qualche espres- sione che ho potuto cogliere nelle sue lettere, lo desumo che siamo d'accordo. Intendetevi fra voi e mettetevi all'opera .
(luglio 1851). Caro Michele.
<< Dopo due anni e dieci mesi che non ci vediamo non solo, ma che tutte e due abbiamo conservato stretto silenzio mi vedo giungere per posta in data 27 giugno una tua affettuosa lettera, con la quale mi dai tue nuove e mi ragioni d'affari di nostra famiglia. Questo tuo fòglio, mi è giunto oltre ogni dire grato perchè mi ha dimostrato conservar tu buona memoria di me e ritenermi per quel caldo italiano e che al 48 e 49 mi dimostrai ad onta delle persecuzioni e delle basse .e macchinazioni di alcuni mancini che stavano in quei termpi al potere e delle divergenze d'opinione icon i miei pù strettì aroiei. Tu, mio caro Michele, al 48 e 49 ritenevi no.i ancora maturi i tempi e non dover Sicilia proclamare la repubblica; ma stimavi dovere la nostra Isola restare indipendente con un Principe: perlocchè non potemmo correre d'accordo, cosa che mi successe con altri veri patriotti. ffl- é:o fu grandissimo inaili:: perchè tutti i buoni ci divisimo. Ora però le cose sono cambiate; ed il 48 e 49 servirà a tutti per grande lezione. Per la qua! cosa è giusto che ci riunissimo bandendo per primo i livori personali e le pretensioni1 di supremazia. Perdio! se è vero che