Rassegna storica del Risorgimento
1849-1852 ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; EMIGRAZIONE POLITICA ;
anno
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1927
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pagina
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100
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IOO
Eugenio Casanòva
quel che l'Orlando'fece quh Appena arrivato, la sera, venne a tro* varrni; e, consegnatemi le lettere e dettemi alquante cose di vólo, essendo 3?ora .troppo avanzata ci lasciammo per rivederci l'indomani di buon'ora. Il domani, dunque, éi lesse a me e a Giacinto le lettere e le carte che aveva; e, quindi, rifletteva benissimo che gì' insulti da te ricevuti erano stati in conseguenze delle imputazioni fatte al tuo <t amico, pel che avevi tu scritto quelle lettere risentite ad Abramo e Michele; che per ciò, sebbene per noi nulla ci fosse a sospettare a carico di Giovannino, pel quale d'altronde stavano i fatti e la lettera di Giacinto, pure sarebbe stato regolare, per chiudere ogni adito agli accusanti, di aggiungere a quelle prove sulla falsità delle loro de- nunzie, e dichirazioni dei due, me e Tommaso, su' quali si diceva essersi fatta valere la, trista influenza di Giovannino. Cosi, messia lÉcjfragibilmente dal lato della giustizia, difficilmente avremmo potuto * aver negato un atto di disdetta, che, abbattendo la causa principale
la speranza, che aveva, di potermi stabilire in Parigi, sono costtetto, restarmi ancora' in questa maledizione d'isola. In Genova non ci sarebbe nulla a fare
* per un povero diavolo come me? Sono in bisogno di guadagnare qualcosa per vivere: né qui trovo da far nulla.
"'* Addio, mio caro Rosalino, abbraccia per me Bertolami, Orlando erutti
* gli amtjgl che si ricordano di me. Se Ittterdonato è arrivato costì, dagli un bado in mio nome.
11 tuo PIETRO t>
Carissimo Vicenzino,
9 E siamo sempre in sulle medesime rime. Pare che la t migrazione siciliana t voglia dare uno spettacolo continuo di dissidi!. La discordia nàta tra' nostri: * di Parigi parmi di grave momento, e credo possa cagionare gravi scandali. Ho scritto a Rosolino quel Che io penso per uscire dignitosamente da questo imbarazzo. Se tu sei del mio avviso, metti in opera la tua influenza per fare. < che l'emigrazione rimettesse l'affare a' nostri amici di Londra.
Nel ritorno ;à?nterdonato in Genova parmi ci sia del mistero, di cui
* forse potrebbe fornirci la chiave la maledetta intolleranza di taluni, biétte sei! mèglio informato della cosa, rimedia a quest'altro imbroglio prestàmèttlffe
5000 stanco, mio caro Vicenzo, dì sentir più a parlare di proteste, j
* dissidi? e di votazioni. I lavori rivoluzionari non potranno aver utile rfsulta- mento, se non son condotti, con buona fede ed abnegazione. Or coteste virtù mancano a molti tra .noi1, e penilo': piarmi difficile che la emigrazione siciliana possa rendere servizi'' importanti alla causa della liberta.
Addio, mio caro lamico. Ama
il tuo PIETRO