Rassegna storica del Risorgimento
1849-1852 ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; EMIGRAZIONE POLITICA ;
anno
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1927
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pagina
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117
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// Comitato centrale siciliano di Palermo (1849-1852) nj
* pure,, non credo affatto meritarmi, vorrò ricordarti che tu non valuti l'ingiù tizia degli altri per me. Io credo essermi trovato alla dispo- sizione di tutti i Siciliani, che mi han richiesto; ma dovrò dire che i maggiori dispiaceri m son pervenuti dagli stessi, che? da me han ri-
<< cevuto favori. Dovrò riandare questo passato? Sarebbe un pettegole lezzo; e tu, peraltro, ne sai anche più di me. Resterebbe l'affare di .La-Mass-,, e Pàltró eh* Roccella e Di Giuseppe. Pel primo, credo che non avrei potuto comportarmi in miglior modo. Nel terzo volume della << sua opera mi offende in unu gatìbv assai strano. Avreìì voluto risponde dergli in un modo posato, freddo ed il più arrendevole. Non mi riu- sci. Scrissi tre volte la risposta; ma sempre la corda dava suoni aspri : la bile ITI*infuocava. Che farne in tale stato di cose?
<< Tacermi, e non rispondere. Cosi ho fatto. Degli articoli scritti
* non ne stampai alcuno. La cosa non poteva avere un termine più desiderato dagli amici. Credo che tu non l'avresti aspettato.
Dovri parlare di Roccella e Di Giuseppe e di coloro che si diedero a proteggerli? Anche tu e Luigi foste segno alle ostilità di
* cotesti due eroi.
A finirla, intanto, con tutti; a non aver occasione che alcuno più e s'interessi di me, ho fatto anche meglio. Mi sono allontanato da
* qualunque contatto: cosa, peraltro, facile, perchè il giornale mi mette
* in tale posizione.
e Io, ogni mattina alle 9 ore, dovrò essere nella stamperia del
* giornale; donde non posso muovermi sino ad un'ora. Adempiuto a questo mio obbligo, rientro in casa e non esco che la sera alle ore e io1/, 0 11 per andare all'ufficio del giornale. Rientrato in casa all'i - o alle 2 dopo mezzanotte, torno ad uscire la domani alle 9.
: Or, vedi che chi mi vuole dee venirmi a trovare. Chi non mi vuole, tanto meglio.
Dirti i miei priucipii è inutile. Guerra ai ladri sempre, non che alle false notabilità; le quali è bene che si persuadi no, una volta per sempre, che ciascuno dee mettersi al suo posto. Dobbiamo tornare
* alle sciocchezze del 1848 ? Io, per me, farò tutti gli sforzi perchè non
e vi si torni.
Addio, addio, mio caro Rosalino! Abbiti un amplesso dal tuo
amico; e sii più giusto nel giudicarlo!
L'indomani soggiungeva, rispetto all'articolo del Fabrizi:
Credo che Nicola Fabrizi abbia scritto quella lettera a Campo
Don nell'intento di esser pubblicata, ma di offrire elementi sulla vita
di Ribotti a colui che ne avewe voluto scrivere. La stranezza dello