Rassegna storica del Risorgimento
1864 ; COMITATO NAZIONALE ROMANO
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1927
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126
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126 Isabella Bellini
tiutìtf da Sallorno m jgjffifòi e Roma fossero stati congiunti al Regno. La. borghesia romana comprese l'utilità di un cambiamento'di nègii'é e Si rese conto che Roinàv unita all' Italia, avrebbe avuto quello sviluppo, ;d.e-gno della sua passata grandezza, mentre., .rinianendo la capitale di un piccolo Stato, senza risorse sufficienti, era destinata a languire.
Le cospirazioni nacquero e si alimentarono in essa, singolarmente tra i professionisti ed t mercanta di campagna. Questi ultimi, amministrando le terre, risentivano Molto l'isolamento di Roma, delle cui conseguenze non si rendevano esatto conto i proprietari che. salvo rare eccezion ben poco sT occupavano wlfà ptìssessU: Il mercante di campagna, che era il proprietario del bestiame, degli attrezzi agricoli, essendo quotidianamente a contatto con la realtà della vita, era costretto a sopportare le difficoltà che si frapponevano all'amministrazione delle tenute. La mano d'opera, scarsissima nell'Agro Romano, veniva in gran parte dall'Abruzzo, dalle Marche: ecco* del denaro Che doveva uscire dalla Stato Pontificio. Così pure gli attrezzi agricoli, le macchine erano importate dalle altre parti d'Italia. Anche per il pascolo il confine costituiva un impaccio. La situazione era relativamente migliore quando le Legazioni, le Marche e l'Umbria facevano parte dello Stato Pontificio. La borghesia quindi sentiva la necessità di comunicare con le altre provi neve, di togliere Roma dall'isolamento in cui era. E forse, senza rendersene conto, anche da queste necessità materiali, era spinta all'idealismo, all'ardente aspirazione che Roma fosse unita all'JtaÉav
Coloro che s'agitavano per la causa italiana e che al Governo Pontificio erano noti per le loro idee liberali avevano, in massima parte, dovuto lasciare Roma. Molti, infatti, erano in quel tempo gli emigrati : alcuni spontaneamente per sfuggire il carcere, altri, invece, perchè condannati all'esilio. Tra gjf .emigrati della borghesia romana vi furono molti mercanti di campagna: Vincenzo Tittoiik Luigi Silvestrelli, Felice Ferri ecc. Ma, come sempre suole ayvenÌEB, tea; eitfcadinì-emigrati per un alto fine politico s'intromisero uomini di poca considerazione, a cai giovava apparire dei perseguitati politici. In gran iarte gli emigrati romani stazionarono nelle città e nei paesi prossimi al confine pontificio; desiderosi di rientrare in pàtria, compivano tentativi per affrettare la soluzione della questione romana.
Se ano !. M fine per enJai agitavano i patriot ifomariÈiy diversi erano i mezzi con cai speravano conseguirlo: donde l'origine di lotte interne che molto nocquero alla causa propugnata, indebolirono le forze che avrebbero dovuto convergere- al conseguimento delta mèta connine.