Rassegna storica del Risorgimento

1864 ; COMITATO NAZIONALE ROMANO
anno <1927>   pagina <149>
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// Comitato Nazionale Romano ed il Governo Italiano 149
cesi, trova logico che la Francia non potesse consentire ad una dimo­strazione che rivelava le convinzioni dei Romani che il risultato della Convenzione applaudita sarebbe sta*: Roma capitale d'Italia sotto lo scettro di Vittorio Emanuele II (2 È interesse della Francia dimostrare all'Europa che si è determinata a lasciare Roma perchè il Papa nulla ha a temere dall'Italia.
Si è visto come Napoleone sperasse che l'Italia avrebbe rinunziato a Roma, se non definitivamente, almeno per lungo tempo: riteneva, col trattato del settembre 4, di avere assicurato il potere temporale del Pontefice e, nello stesso tempo, era lieto di ritirare le truppe da Roma che i partiti àntì-clericali mal vedevano ancora vi si fermassero.
Quanto al Checchetelli, fu d'avviso che la dimostrazione promossa dai Romani non avesse nociuto; e ritenne anzi essere stata molto et ficace una prima manifestazione dello spirito pubblico di Roma per te-stimoniare i sentimenti della cittadinanza.
Il Comitato diresse ai Romani un proclama, che riscosse l'approvazione anche dei membri esiliati. U Caducei lo definì molto dignitoso e co­me si addice ad un centro politico . L'approvò anche il Bompiani (2).
Concluso il trattato con la Francia, era importante determinare l'a­zione, che avrebbe dovuto svolgere in Roma il Comitato Nazionale Romano. Una nuova fase si era iniziata.
I membri avevano indicato una linea di condotta << diritta, seria, raccolta; tale da riuscire a che i Francesi se ne andassero al più pre­sto possibile , Il Checchetelli reputava (3) che, senza troppo scoprirsi, l'azione del Partito avrebbe dovuto essere diretta a demolire il più pos­sibile il Governo Pontificio; dell'antico programma non avrebbe dovuto restare che il mantenersi più che mai uniti per esser forti al momento
(1) V. Busta n. 4, fase. II, n. 16. Lettera di Flavio I ai membri del Co­mitato Nazionale Romano. Torino, 3 ottobre '64.
(2) V. Busta n. 12 fase. Vili, n. 7. Lettera di Cajo (Clito Cartocci) ad Enrico I (aw. A. De Dominìcis). NapplI, 4 ottobre '64.
(3) V, Busta n, 4, fasc.; ,: nv3C<5.' Lettera di Flavio I ai membri del Co­mitato Nazionale Roman;* Torini, 'akwtuft ' Non dovrebbesi quindi in­nanzi manifestare troppo sé stessi alla piazza, ma rivolgere li* azione del Partito a scalzare pia che mai il Governo Papale: insomma, del programma passato non dovrebbe ritenersi che H raccogliersi più che mai per ritrovarsi fòrti al momento opportuno, per allargare e. Consolidare nel pubblico la convinzione che il Potere Temporale è nella vera agonia, e ritenersi specialmente come efficacissimo al­l'uopo il mezzo della Commissione .