Rassegna storica del Risorgimento

1864 ; COMITATO NAZIONALE ROMANO
anno <1927>   pagina <153>
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// Comitato Nazionale Romano ed. il Governo Italiano 153
In quanto alla sommossa, difficile era la sua attuazione. Il Popolo Romano che, per sua natura, ama il quieto vivere, non avrebbe presa l'i­niziativa di una; ribellione se non quando fosse stato fortemente sobillato. I patrioti pia ardenti e*ano, per la maggior parte, in esìlio, quindi man­cavano molti elementi che avrebbero potuto esercitare sul popolo una forte influenza. Ma, auéh.e ammesso; che la sommossa avesse avuto luogo, sarebbe stato agevole al Governo Pontificio il reprimerla dal momento che, in virtù della Convenzione, aveva la facoltà di disporre di>un esercito.
Da quanto si è sópra riferito risulta che, dopo la Convenzione, non cessa il lavoro del Comitato. Sarà svolto in altro modo, ma l'essenziale è che c'è, che qualche cosa, si opera. Così, al momento opportuno, l'at­tività del Comitato, che non è rimasta assopita, potrà svolgersi effica­cemente.
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Approvata la Convenzione dai due rami del Parlamento nella vita politica italiana vi- ;'è un periodò di stasi. Il Checchetelli, nel dicembre '64, espone agli amici come egli giudichi la situazione.
Quanto] ai rapporti internazionali, l'Italia è in buone condizioni. L'unico Gabinetto che, pur preoccupandosi del vantaggio proveniente alla giovane Nazione dall'alleanza francese e dalle simpatie inglesi, non stu­dia il modo di accordarsi con essa, è l'austriaco.
La questione veneta è, per l'Austria, più che altro, questione di onor militare ed il Partito militare a Vienna ha prevalenza nei consi­gli dell'Imperatore.
Non si può prevedere ciò che accadrà in seguito; certo è the si illude chi crede od una probabile cessione del Veneto mediante nego­ziati pacifici ed un trattato. D'altra parte, l'Austria, prosegue il Chec­chetelli, militarmente è più forte di quanto non si pensi: la sua posi­zione nel Veneto è così formidabile che, asserragliala; nel quadrilatero, potrebbe tenere a bada per lungo tempo un'intera armata. Né sono i lunghi assedi, che convengono ad un esercito giovane qual'è il nostro: esso, rispetto all'austriaca è Inferiore necessariamente; per quella coe­sione che si acquista solo; con la lunga abitudine, con la disciplina di caserma e di campo; è superiore naturalmente per lo spirito nazionale che lo anima e lo rende facile Gl'entusiasmo. Orbene, questa qualità, utilissima per noi nelle lotte a campo aperto, si logora e si annienta nei lunghi assedi, nella serie di piccoli attacchi senza un immediato ri­sultato. È opinione del Checchetelli che .per la Venezia, l'Italia non por irebbe, con la quasi certezza del successo, muover da sola guerra al-