Rassegna storica del Risorgimento
1864 ; COMITATO NAZIONALE ROMANO
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1927
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155
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// Comitato Nazionale Romano ed il Governo Italiano 155
dèi Pontefice ed infine spedire commissioni al Governo Italiano, presentando i voti del cittadini. Qualora poi ninna delle due ipotesi si verificasse durante i due anni fissati dalla Convenzione allo sgombro dei Francesi, il lavoro del Centro Romano dovrebbe essere rivolto a rafforzare ed allargare il Partito Nazionale nel modo migliore, perchè, partiti i Francesi, possa esser pronto ad effettuare la rivolta.
Il Centro, quindi (il Checchetelli dichiara di asserirlo per suo conto), dovrebbe tenere organizzate le provincie, in modo da poter fare il movimento quando tutte le truppe papali si concentrassero, per impedirlo, in Roma. Due sono le ipotesi: o le truppe dovrebbero uscire da Roma e comprimere il movimento provinciale (in tal caso è nelT interno di Roma che la sollevazione potrebbe effettuarsi), ovvero le provincie resteranno abbandonate ed esse, cogli insorti, stringeranno Roma di una fascia di fuoco, cui non potrà resistere.
Ma, per preparare tutto ciò, occorre denaro. Il Rappresentante del Comitato a Torino accusa di grettezza il Ministero La Marmora: bada molto alle spese e cura eccessivamente il bilancio. Quindi, salvo non sì dimostri l'utilità di quanto si desidera effettuare, il Comitato non potrà sperare aiuti finanziari in grandi proporzioni. Anzi il Checchetelli ebbe il timore che Rassegno mensile fosse sospeso, e si rassicurò soltanto quando il Lanza corrispose puntualmente la quota di ottobre (1).
CONCLUSIONE.
Si è visto come il Governo Italiano, nella primavera del '64, dedicasse cure assidue alla questione romana. Il Minghetti si preoccupava di stringere accordi con la Francia, prima che avvenisse la morte di Pio JX, ritenuta allora imminente.
Mentre però il Minghetti ed il Visconti Venosta, per mezzo del Nigra e del Marchese Pepoli, trattavano con Napoleone III, si accordavano còl Comitato Nazionale Romano circa l'opera che, in quel momento a loro pareva proficua esso svolgesse. Fu così concordato un piano d'azione, che il' Comitato avrebbe dovuto eseguire durante il periodo della sede vacante.
Il Governo Italiano* trattando con la Francia, voleva indurla a ritirare le truppe da Roma: qualora fosse avvenuta la morte del Papa, non avrebbe potuto impedire che gii emigrati romani varcassero la frontiera, vì fossero manifestazioni. forse anche un Plebiscito, movi-
(1) V. Busta n. 4, fase. XIII, n. 6. Lettera di Mario (Luigi Silvestrelli) ad Enrico (Avv. A. De Dominids). Livorno, 15 ottobre '64.