Rassegna storica del Risorgimento

1864 ; COMITATO NAZIONALE ROMANO
anno <1927>   pagina <173>
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M CmHafo Nazionale Romano ed il Governo Italiano 173
plomatìche francesi e presso anche diplomatici delle altre nazioni per affermare che quanto esposto nel memorandum è precisamente la volontà della grande maggioranza di Roma, sarebbe ciò di tale pratica utilità che ci recherebbe a sdogllere defini ti vamerete la questione con poca spesa. E se il medesimo potesse ottenersi fosse fatto da altri presso le autorità papali, non con aria di apparente ostilità, ma quasi nell' interesse di mostrar loro la verità della situazione e il pericolo cui si esporrebbero contrasta]!.! ialla volontà determinata del popolo romano, tanto meglio.
Ecco tutto ciò che sinora il Ministero crede tornerebbe utilissimo.',, epperò vi consiglia alle preparazioni opportune. ecc.
La situazione nostra politica attuale è grave; però è una di quelle fast del Risorgimento Italiano che, come per lo passato han finito, finità per completarlo solidamente. Il voto del Senato è stato splendido, come quello della Camera elettiva; ed ora che la legge del trasferimento della Capitale è promulgata, cominciano a decorrere i fatali due anni. Ho d'onde credere che non tarderà molto a cominciare il movimento delle truppe francesi di' occupazione Verso la Francia. Sarà- quella una nuova occa-sione da cogliere, poiché i clericali Goininceranno .1 persuadersi che l'ese­cuzione della Convenzione non è una farsa. Allora è da vedere cosa fa­ranno e secondo quello che faranno regolare la nostra azione. Senza dubbio> bisogna vi prepariate a sentir dire nell'Assemblea legislativa di Parigi che la Convenzione è tutta a vantaggio del S. Padre; e non sarebbe disutile prevenire l'effetto. Che le cose che là si diranno potrebbero pro­durre sull'animo delle nostre masse; poiché i clericali non mancheranno di giovarsene. La lettera di A. può darvi il criterio esatto intorno a ciò che sarà detto a Parigi.
Qui il Ministero non mette radici. La sua vita è un fatto transi­torio. Il Ministro delle finanze è un matematico di merito ed ha in­gegno; ma non ha. studi seri, economici e finanziari, onde voi avete veduto le leggi da lui proposte saper piuttosto dell'amministratore di un patrimonio Jvao che del Ministro; -finanziario di una grande 'na? zione. In uno tìsiche si lorniu, il pareggio del bilancio è impossibile; né la via per ri ungervi sono le grette economie. Bisogna,. :a parer di tutti I vecchi e moderni economisti e finanzieri, avere il coraggio di spendere a larga mano per [svegliai' l'attività delle industrie-e dei commerci, per iscuotere le forze latenti delia ricchezza della Nazione .Ce. in Italia sono esse infinite). Ciò non può, effettuarsi che per mezzo del credito, il quale non si rafforza certo col mandare a casa dei soldati per risparmiare un 10 milioni all'anno. Insomma, è la grettezza che domina nell'attuale ara-