Rassegna storica del Risorgimento

1864 ; COMITATO NAZIONALE ROMANO
anno <1927>   pagina <175>
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// Comitato Nazionale Romano ed il Governo Italiano 175
rione delle provtncìe per rendere pie uÉg vostra dentro Roma, esse vi risponderanno a dovere.
Il resto che fu detto nel colloquio non si riflettè che alla situa­zione intèrna di Roma, alla necessità di concordia e ad altro che già si sapeva prima e che, a dir la verità, non valeva il conto ;di una con­ferenza, quando questa non avesse avuto un fine di preparazione per cosa più seria e quando non voglia valutarsi il piacere di rivederci fra vecchi amici. >x ecé.
XI.
Lettera di Flavio:I .(p. Checchetelli) ad Enrico (aw. A. De Domi-
nifiis :iy.
Torino, 18 dicembre '64.
Il Checchetelli riassume la situazione politica. Dopo essersi occu­pato della Venezia, passa a trattate della questione romana.
Riguardo alla questione romana, ciascuno degli uomini di Stato sente che la sua soluzione si avvicina a grandi passi. E mentre la si affretta col desiderio, quando si fanno poi a guardarla dal lato pratico, se ne spaventano e vorrebbero quasi allontanarla. Essi non sanno an­cora cosa potrà farsi del Papa, si ingigantiscono le difficoltà della re­sidenza contemporanea del Re d'Italia e del Papa in Roma. Insomma, nella maggior parte ancora si ondeggia incerti sul partito da prendere. Questo solo partito è preso dalla generalità che qualunque cosa sia fatta dai Romani in esplicazione della formula Roma dei Romani - - sarà la ben fatta e la utilissima quando la riesca tale da aggiungere al mondo cattolico una dimostrazione di più che noi non vogliamo più saperne di dominio pretesco : bene inteso, che non trasmodi in fatti di sangue. Ciò per ora.
Quindi,- ;a'seconda di quello che si vede qui, nelle ipotesi della morte del Papa o della sua partenza da Roma, se potesse il popolo romano affermare solennemente di voler tornare all'esercizio del proprio diritto di scegliersi quel (Governo che più gli aggrada e prender di fatto nelle proprie mani la somma delle cose e quindi procedesse ad un solenne plebiscito, facendo proteste alla diplomazia estera, che con ciò non intende punto attentare all'autorità spirituale del Pontefice, e finalmente spedisse Commissioni al Governo Italiano, presentando il voto dei citta­dini romani, sarebbe proprio l'ideale dei nostri statisti favorevoli alla
(1) V. Busta n. 4. fase. II, n. 21.