Rassegna storica del Risorgimento

1864 ; COMITATO NAZIONALE ROMANO
anno <1927>   pagina <179>
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// Comitato Nazionale Romano ed il Governo Italiano 17 0
conoscere al Comitato il desiderio che contro i borbonici si agisse in modo da costringerli a lasciar Roma; raa è ugualmente vero che sin dal principio il Gomitato, non dissimulò affatto le gravissime difficoltà che ne­cessariamente si sarebbero incontrate per raggiungere quello scopo; anzi,, non tacque, ma espressamente dichiarè Vdheè e .dilieóiiÉ gli parevano tali che il fine desiderato non si sarebbe potuto raggiungere. Noi ab­biamo le lettere dei nostri amiisi su questo argomento,: e forse i nostri amici conserveranno le nostre. Una prima discussione fu fatta su tale argomento, ed essa ebbe termine con una lettera del cav. Silvestrelli, il quale ei annunciava che, per informazioni e ragguagli che il Governo aveva avuti d'altra parte, erasi persuaso della inutilità di agire in quel senso. Sebbene non molto soddisfatti nel nostro amor proprio, fummo pienamente contenti che quella discussione fosse giunta ad un termine che credevamo definitivo. Non fu quindi senza nostra meraviglia che qualche mese dopo, senza che le circostanze, almeno relativamente allo stato delle cose in Roma, si fossero punto cambiate, vedemmo che si faceva ritorno allo stesso punto e con nuova e decisa insistenza si tor­nava a chiederei di agire potentemente contro Francesco dì Borbone e contro tutti i borbonici qui stanziati. Ella forse non ignora che al­lora ci si chiese di aprire la campagna con un proclama magico, per in­vitare i Romani a scacciare dalle loro mura quelli ospiti esecrandi. Per parte nostra, fu risposto che quanto al fare il proclama, come proclama, non trovavamo difficoltà, giacché dì proclami se ne possono far mille come Uno; che peraltro, se il proclama doveva essere un programma, in tal caso ritenevamo che senza raggiungere l'intento che il R. Governo sì proponeva, noi facendo appelli e minacele che non avrebbero, secondo ogni probabilità avuto effetto, a nient'altro saremmo potuti riuscire che a menomare l'autorità di questo centro politico. Però, cedendo alle in­sistenze dei nostri amici, i quali alla lor volta eran pur essi instancabil­mente presenti, il proclama fu pubblicato; ma l'effètto quanto all'azione fii, come noi l'avevamo preveduto, presso che nullo. L'effetto mancato fu colpa della popolazione romana, ovvero fu colpa nostra? Né l'uno né l'altro, a nostro avviso.
Qualora fuori di qui si fosse contato, per l'affare dì cui discorriamo, sull'azione della popolazióne, io sarei tratto a credere che fuori di qui si fossero fatti un concetto assai poco giusto della esistenza e presenza dei borbonici e delle loro mene brigantesche in Roma. Intendo bene che sull'azione delle popolazioni si possa e si debba contare nelle Pro­vincie meridionali del Regno, nelle quali, esercitandosi effettivamente, ferocemente il brigantaggio, gl'interessi individuali sono naturalmente