Rassegna storica del Risorgimento

1864 ; COMITATO NAZIONALE ROMANO
anno <1927>   pagina <181>
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li Comitato Nazionale Romano ed il Governo Italiano 181
dunque, io mi dimandai, la soluzione di questa gran questione dipende dalla volontà dei Romani, dipende da essi il fare che i Francesi qui stanziati da 14 anni partano o restino? Ma cosa avranno essi a fare, perchè questa gran questione si risolva? Dovranno dimostrare ai Fran­cesi che la loro presenza riesce ad essi molesta?
Ma da 14 anni che essi son qui. la popolazione non ha mai fatto se­gno di gradirli, ed il contegno che costantemente ha tenuto verso di essi è tale, da costringerli a vivere appartati ed a loro. Dovranno di­mostrare che abborrono, che detestano la signoria clericale ?
Ma dal 1859 sino all'ultimo carnevale di tali dimostrazioni se ne son fatte tali e tante, da non lasciar dubbio alcuno dell'animo dei Romani verso i preti; il che è si vero, che un ministro francese non dubitò di dichia­rare in seno al Corpo legislativo che dal momento ohe la guarnigione francese lasciasse Roma, il Governo papale rimarrebbe rovesciato. Devono i Romani esprimere formalmente la loro volontà di sottrarsi al dominio papale per entrare a far parte del Regno Italiano ? E questo pure hanno essi fatto, coprendo di 12.000 firme i 2 indirizzi al Re ed al­l'Imperatore. Tutto ciò è stato da essi fatto. Con qua! frutto? I Fran­cesi son. qui, né accennano a partenza. Cosa altro rimane a fare? Non so s'io m'inganni, ma visto che la pacifica espressione della loro vo­lontà è sino ad ora riuscita insufficiente, panni che rimanga altro che insorgere. È questo ciò che si vuole? I prudenti dimostrano il contrario, ed io ripeto che più volte, per mezzo dei nostri amici, e talvolta per suo mezzo, Sig. Conte, il Governo ci fece espressamente e perentoriamente inculcare di non venire a tale estremo e d'impedire a tutta possa che altri ci venisse. Intendo che da taluni potrà dirsi che le dimostrazioni non sono più frequenti come erano una volta, ma a me piacerebbe che chi facesse od avesse fatta questa osservazione, osservasse pure 1. che l'uso di siffatti mezzi, quando riesca senza utile, finisce collo sfruttarsi; 2. che il perseverare nelle dimostrazioni popolari positive potrebbe condurre ad un conflitto che il R. Governo assolutamente non vuole; 3. che le dimostra­zioni divennero più rare e quasi cessarono, allorché, entrato al Governo il presente Ministero, si disse, od almeno si fece intendere chiaramente, che a Roma si sarebbe andati quando ci si fosse potuti andare, ma che frattanto faceva d'uopo attendere seriamente ad ordinare militarmente ed amministrativamente il Regno. Mi piace di dichiarare che questo terzo punto non contiene già una critica, che anzi espressamente dichiaro che Il Ministero, adottando quel programma, adottò il solo che fosse possi­bile e che, secondo il mio modo di vedere, esso, facendo viste di metter da parte la questione romana per occuparsi dell'interno, faceva assai me-