Rassegna storica del Risorgimento

1864 ; COMITATO NAZIONALE ROMANO
anno <1927>   pagina <183>
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// Comitato Nazionale Romaro ed il Governo Italiano 183
siamo scegliere i nostri successori, giacehMamitìkie politiche essendo sem­pre determinate dalla concordanza d'idee, noi non potremmo che cambiare i nomi delle persone, senza cambiare l'essenza delle cose. Mila,, sig. Conte, ha vissuto lungamente in Roma e deve quindi conoscere abbastanza gli uomini ed il paese; ella quindi potrà essere al caso di designare al Governo le persone, di cui potrebbe far conto. Inoltre, il Governo può ottima­mente fissarsi e formare un nuovo centro di quelle stesse persone, dalle quali gli furono fatti gli appunti contro l'attuale Comitato. Chi sa e dice cosa dovrebbe farsi, è meglio di ogni altro adatto a fare. Noi saremo ben lieti di tornare alla vita privatissima, e senza rancore, senza invidia ap­plaudiremo di tutto cuore a chi meglio di noi saprà rispondere alle viste del Governo. Cambiando le persone, potrebbe fors'anco conseguirsi il van­taggio di contentare qualche suscettività più o meno vanitosa e fors'anco far scomparire certi screzi che, coll'andar del tempo, potrebbero parto­rire un effettivo dualismo.
Attendo col più vivo desiderio una sollecita risposta franca e po­sitiva e frattanto con vera stima ed affezione di amico mi ripeto.
XIV. Lettera di Flavio II (aw. A. Bompiani) agli Amici di Torino (1).
Roma, 19 marzo '64. Cari Amici,
Non abbiamo vostre lettere alle quali rispondere. Noi stiamo in at­tesa di risposte alle nostre ultime per sapere cosa si pensi costi nel caso che il Papa muoia. Presentemente, la costui salute ha alquanto mi­gliorato, ma il male che oggi non presenta pericolo, potrebbe presen­tarlo da un momento all'altro. Si tratta di malanni di umori, una febbre riassorbente potrà condurlo all'altro mondo. Noi abbiamo pensato al da farsi e ci è parso di doverci determinare a fare subito, a botta calda, una dimostrazione popolare, la più imponente che si possa, colle grida ri­chieste dalla circostanza, con bandiere, dando istruzioni di non cedere né ad intimazioni né a minacele, ma di resistere, di tener fermo anche colla forza sia ai papalini sia ai francesi. Se collisione avesse a na­scere, nasca pure; e se la cosa dovesse giungere sino a rivoluzione, la lasceremo andare senza rammarico. Fatto questo primo passo, potrà dopo farsi la votazione che non può farsi in pochi giorni, come vedemmo
(!) V. Busta n. r8, fase. XLIII, n. 1.