Rassegna storica del Risorgimento
LIBERALI
anno
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1927
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pagina
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Cario Morandi
nuovi. L'ideologia roussoviana ha formato a Parigi, secondo il Jaurcs le intelligenza della rivoluzione ; l'acre spirito volterriano ha covato col tempo frutti anche più aspri; si è avuto insomma un crescendo in senso rivoluzionario anche nella dottrina. Ma qui da noi la sensibilità irritata di Voltaire ha incontrato poco seguito e la maggior fortuna di Ruosseau è dovuta proprio alla sua sensibilità più ardente, al suo contenuto più umano; ma lo spirito lombardo lo ha modificato ancora di molto, così che- conti fatti l'ideologia pre-rivoluzionaria è diventata in più casi una forma di sentimentalismo filantropico in campo sociale e giuridico, e sul terreno politico l'idea costituzionale si rafforzerà solo per il suo incontro con le aspirazioni nazionali e con le necessità economiche, mentre la pratica della lotta politica verrà accostata ad un metodo moderato, talvolta sagace, più spesso anche troppo debole, che fu la prassi del nostro partito liberale durante gran parte del risorgimento, fino a quando cioè non valse ad infondergli un diverso vigore l'opera diretta ed efficace dei singoli individui.
Le cause che determinano una trasformazione moderata delle teorie d'oltralpe son note; i minori bisogni italiani e specialmente lombardi, dove l'economia era già dall'epoca delle riforme sulla strada di un notevole sviluppo; in Piemonte il vincolo della tradizione e l'attaccamento alla vecchia casa Sabauda. Poi il senso d'equilibrio e di misura dei Milanesi che più d'ogni altro si trovarono a contatto con la rivoluzione francese. In Toscana e nel Napoletano le particolari condizioni o già buone di per sé, o troppo avverse ad un esperimento improvviso; infine il contributo novatore dato da intellettuali e da aristocratici, nei quali l'asprezza dottrinaria si tempera in una forma di miglioramento graduale e moderato, più vicino allo spirito e alle condizioni della nuova borghesia nascente. Nella Lombardia della seconda metà del '700 maturano i nuovi principi politici : l'aspirazione della libertà civile, la coscienza del frantumarsi dell'ordine vecchio che deve lasciare il posto ad un nuovo assetto della penisola, assumono una concretezza e raggiungono una precisione che forse il secolo XIX non toccherà più. Il liberalismo indigeno di questo tempo non ha l'infatuazione gallica (pur avendone colto più d'uno spunto), non s'abbandona alle teoriche astratte (che fioriranno in seguito nel Mezzogiorno) non risente ancora degli influssi romantici del '21, ma trae i succhi vitali dall'esperienza e deriva direttamente la sua origine dalle esigenze economiche e spirituali del momento. Ma soffre d'una restrizione quantitativa ed estensiva; nel senso che la dottrina è per lo più propugnata dagli elementi migliori e progrediti dall'aristocrazia, ma come individui, non come esponenti di