Rassegna storica del Risorgimento
LIBERALI
anno
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1927
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pagina
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191
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Il /attore sentimentale nelle origini della ideologia liberale 191
un corpo polìtico particolare >> (t). In ogni modo essi sono interpreti fedeli d'un nuovo stato di cose. Non si deve dire come fa il Curdo (2) che i nostri uomini del '700 nulla sentirono w nulla espressero che permetta di considerarli anche in politica come novatori ; basterebbe il nome di Pietro Verri per cancellare questa accusa. Infatti nel progetto di costituzione verriana del 1790 troviamo riassunta tutta una concezione politica germogliata e lentamente maturata a contatto con la vita regionale e italiana. E non solo nel Verri, ma anche nel Roma-gnosi si hanno affermazioni di sana teorica politica là dove si asserisce che la salvezza d'Italia è in un popolo retto da un forte e ben subordinato governo . Questo è il Iato sano è vitale del liberalismo nostro, colto nelle sue origini. Mentre effettivamente per altri il movimento diventa una specie dì filantropia, quella per cui si migliorano le condizioni sociali e amministrative di un paese (3). E allora s'infiltra quella debolezza costitutiva che a lungo andare infirmerà le istituzioni liberali e che fin d'ora degenera, a volte, in motivi troppo lievi e superficiali. Anche il Panni risentì non poco di questa tendenza filantro-pico-socìale; senonchè in lui essa assume i caratteri d'una espressione poetica sentimentale e civile; nel Beccaria e in altri talvolta corrompe la rigida concezione giuridica. Il motivo dominante del Bisogno pariniano suggerisce al Beccaria una pagina in cui si condannano le leggi formulate dai ricchi e dai potenti che non si sono mai degnati visitare le squallide capanne del povero e s'invoca la definitiva rottura di questi legami. Nel campo giuridico si giunse a desiderare, accanto al codice delle leggi punitrici quello delle leggi rimuneratrici delle virtù . Il Gonzaga (4) osserva che manca la ricompensa all'esercizio delle virtù . L'annotatore lamenta che i Romàni non abbiano avuto il coraggio di compilarlo e si augura che venga il momento in cui qualche anima grande e sensibile ai vantaggi degli uomini impieghi l'ingegno per fissare saviì statuti in mercede delle virtuose operazioni... . Questa situazione era avvertita anche da alcuni italiani meno imbevuti forse di dottrine nuove, ma che erano pervenuti ad un pensiero nazionale direttamente dal risveglio dell'anima classica e romana. Così il
(1) G. DB-RUI>OÌBRO, Storia del liberalismo europeo, Bari, Laterza, 1925.
(2) C. CURCK), Le origini dell'idea liberale, Napoli 1922.
(3) C. Concio, op. óftfct, p. Sj.
(4) D. LUIGI GONZAGA, Il letterato buon cittadino, Discorso filosofico e politicò; con note dell'abate Luigi Godard., Roma 1776, p. XXXI.