Rassegna storica del Risorgimento
LIBERALI
anno
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1927
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pagina
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196
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RECENSIONI
NICCOLÒ RODOLICO // popolo agli inizi del Risorgimento nell'Italia meridionale 1798-1801. Firenze, Felice Le Monnìer, 1926, 8, pp. xx-312.
Popolo Sfamo avvezzi a chiamare l'insieme delle classi sociali non appartenenti al ceto dei nobili, né al clero. Invece quell'appellativo non ebbe sempre, né da per tutto lo stesso significato. Ebbe quello, che usiamo attribuirgli, quando, per esempio, si cercò l'adesione del massimo numero ad un idea, ad un regime. Quando invece si ricercarono .gl'ignoti colpevoli di atrocità e di errori generali, si preferi limitarne la portata agli strati infimi e diseredati della società, a quella che dicesi piuttosto plebe. Se poi si volle parlare di coloro ì quali all'educazione della mente sapevano unire il freno delle proprie passioni e un certo benessere, popolo significò la borghesia. Infine ai giorni nostri, scomparsi i ceti, quell'appellativo abbraccia nel suo seno tutta la Nazione.
Nella ricerca, però, della verità storica è; necessario distinguere esattamente di qual genere di popolo s'intenda -pariate per non creare confusione. Cosi facendo, noi potremo spiegarci, per" esempio, nella storia del nostro Risorgi.trienlov le difficoltà ch'ebbero a superare tra le masse gl'incitamenti e le dottrine, che colla voce o colla penna, con ineffabili dolori e colla vita stessa procurarono d'impartire i nostri martiri, prima di veder costituita quell'Unità morale che portò all'Unità politica.
Persuaso di questa verità, il prof. Rodolico ha studiato il fenomeno di quella plebe del mezzogiorno d'Italia pervasa di furore sanguinario contro i patrioti del 1799.,. e ne ha esposto le ragioni nel notevole contributo alla storia degli albori del nostro Risorgimento che annunziamo.
Egli dimostra come in un regime feudale in pieno sfacelo, in cui gli agenti della nobiltà martoriavano le popolazioni rurali, queste nutrissero contro di loro un odio; che soli seppero accrescere quei branchi di usurai, di avventurieri, di galantuomini che s'impossessarono delibi proprietà fondiaria nei sec. XVIII e procurarono di sfruttarla senza discernimento'e di spremere da esse sino all'ultima stilla del loro sangue. Le riforme iniziate dalla monarchia miravano a frenare tanta Ingordigia e furono bene accolte dal popolo. Ma fatta la legge fu trovato l'inganno, e quei galantuomini medesimi seppero sfruttare le riforme e aumentare la sfiducia di quei miseri, propensi ormai a ribellarsi in nome del Re a tanta oppressione.