Rassegna storica del Risorgimento

LIBERALI
anno <1927>   pagina <197>
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In questa condizione d'animo, l'invasione francese, provocata dalla spedi­zione borbonica nel Lazio, trovò quelle popolazioni armate contro essa; e la re­sistenza degli Abruzzi dimostra come le campagne, fedeli al proprio Sovrano, considerassero come intrusi quegli stranieri, come traditori tutti coloro che per loro parteggiavano e che, appartenenti alla borghesia, erauo confusi cogli odiati galantuomini. Lo stesso fenomeno si verificò a Napoli, dopo la partenza dei So­vrani; ove, non ostante il tradimento del Moliterno, i Lazzari combatterono contro gl'invasori e nonri'acQlàinarono al Charapionnet, in più di un centinaio della più vii plebaglia. L'immensa maggioranza, paurosa, si nascose; finché le angherie dei Francesi e dei loro seguaci non l'ebbero scossa nei suoi covili, facendole odiare cosi gli stranieri, come i giacobini e i patrioti. Più volte in città e nelle campagne insorse contro gl'invasori; e, se in città ogni movimento fu agevolmente soffocato, non cosi nelle provincie; ove, capitanata da feudatari, da capimasse, s'instaurò una violenta guerriglia Ne seppero i pericoli i Fran­cesi nella loro ritirata dall'Abruzzo.
Quando il card. Ruffo sbarcò con 7 uomini in Calabria, a dispetto del parere della Corte di Palermo e, come pivi tardi G. Garibaldi, raccolse intorno a sé le genti che ne costituirono l'esercito, l'anarchia dunque regnava già so­vrana per tutto il Regno; né deve far maraviglia se le vendette, le crudeltà, i saccheggi non si fecero aspettare. Contrariamente alla comune opinione, il car­dinale, provetto nell'amministrazione e particolarmente nelle finanze, profondo conoscitore del popolo, tentò, malgrado la sua energia, a temperare gli eccessi, a frenare la Libidine di sangue, che si era impadronita della Corte e dei suoi so­stenitori inglesi. Mal gliene incolse: e, come noi stessi pubblicammo già nel nostro Catalogo della Mostra del Risorgimento italiano nelle Provincie meridio­nali (Napoli, Morano, 1911), violenti furono i rimproveri mossigli dall'Hamilton e dal Nelson per l'indulgenza, che il suo tatto politico glL'.cOnsigliavà di usare verso i patrioti. In short, scriveva il 29 giugno 1799 all'Acton la belva, che comandava la flotta inglese, il was a ioss ufi yesterday weitliet the Cardinal tuould noi have been arrested. Questa frase vai ben la sconfessione delle trat­tative coi patrioti che il 28 l'Hamilton comunicava al Ruffo colla lettera che cominciai Eminence, Milord Nelson me prie d'informer V. E. qu'en cofiséquence d'un ordre qu'il vieni de recevoir de S. M. Sicilienne, qui dèsapprouve enlière-nunl la cafiitulalion /aite avec ses sujets rebelles dans les chdteaux Neuf et di* rOeuf, il va saisir et s'assurer de ceux qui soni sò?M et se trouvent à òord des bàtimettts dans ce pori.... nonché là "conferma d'ella condanna del Caracciolo col seguente rescritto: lo approvo la sentenza di morte pronunziala sopra di Francesco Caracciolo ed essa sarà eseguita a bordo della /regata di S. M. Sici­liana la Minerva alle 5 di questo giorno (29, Vi). Nelson, e il corpo buttato a mare, come compiacentemente scriveva l'Hamilton ...and his bode Ihrown into the sea. Aizzati da simili autorità, i Lazzari non furono a loro secondi, coll'atte-nuante però delle sofferenze passate. E, se smisero finalmente le loro crudeltà per lasciarle tutte riservate alla Corte e alla Giunta di Stato, un qualche merito