Rassegna storica del Risorgimento
1849-1852 ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; EMIGRAZIONE POLITICA ;
anno
<
1927
>
pagina
<
243
>
Il Comitato centrate siciliano di Palermo (1849-1852) 243
Se hai occasione di mandar qualche lettera a Trapani puoi farlo * per la posta alla direzione: Alfonso Bronti o Onorato Fici. Quelle let- tere arriveranno al loro destino ed la ogni evento non comprometti teranno nessun:,.: Se hai mezzi per Girgenti ti manderò io una lettera con apposita direzione. Quello è paese su cui bisogna agirsi con at- tività. Addio .
Parigi, 14 novembre 51.
Rosolino fratello,
Eccomi a te per rispondere alla carissima tua -408 novembre, ma messa alla buca il 9 quindi a me arrivata ieri.
Conosco giusto per tanti versi il tuo dispetto e la tua indigna-<< Mone;, non però per quelli di Sicilia. A quegli infelici e pur generosi fratelli dobbiamo, permettere qualche sfogo quando, poi, dopo, ritor- nano alla ragione. Per tutt'altro, poi, quanto motivo avessimo di do- lerci, non dovrebbe portarci ad indietreggiare o a ritirarci, essendo noi sacri sangue e vita alla causa che abbiamo sposata. D'altronde, <f capisco, poi, che le tue espressioni non suonano nient'altro che uno sfogo per le fatto a me, il che vale da fratello a fratello. Le mie, poi, che tu chiami lagnanze,, noi sono: sono parole dette a le e tu" avresti dovuto capire e son sicuro l'avrai capito quello che esse val- gano in fondo, pienamente. Su a questo, dunque, basti !
Parliamo ora dei colleghi, dì cui tu dici essere disgustatissimo. Io non mancai sin dal mio primo arrivare in questa, di scriverti lo stato vero delle cose e di awer-fckfck come niente si sarebbe fatto da noi nella condizione in che disgraziatamente cL siamo trovati concertati. Ti dirò ora particolarmente d'ognuno le tendenze e le condizioni, siccome io le vedo, e scrivendo a fratello qual tu mi sei- e qual io ti riguardo e ti amo.
Giacinto è buonissimo giovane, galantuomo quanto si possa mai essere. Ei delle cose della nostra rivoluzione, dopo i 24 primi giorni, non vide se non il suo squadrone di cavalleria, e dipendendo né es- sendo legato con altri che cogli uomini del Governo, non vide e non intese che a modo loro e porta e sente tuttora la loro influenza. Ei nella nostra disgrazia, che pur fu comune se non negli accidenti, negli effetti alle altre provincie d* Italia, non vede che errori comuni, non vede che una fatale sciagura propria della direzione di tutta la rivoluzione d'Italia, che ci portò miseramente a cadere: quindi non errori di uomini particolari che furono al Governo. Attaccato com'era ed è a La Farina, non vuol persuadersi degli errori del Ministro e