Rassegna storica del Risorgimento
1849-1852 ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; EMIGRAZIONE POLITICA ;
anno
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1927
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pagina
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253
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// Comitato centrale sùiiiano di Palermo (1849-1852) 253
senza abolire il parlamentarismo e annientare tutti gli oppositori alti e bassi della sua politica ()i;
Non ci attardiamo! a riandare le lotte combattute in proposito e salite al parosismo nell'autunno del 18,** Nel carteggio degli esuli ne sono comparsi molti cenni. Rammentiamo., isojltanito. some esse inducessero il Presidente a soverchiare i suoi oppositori; e lo spingessero sempre più verso l'instaurazione di quella Repubblica autoritaria, che in sentènze famose auspicavano il Tocqueville colle parole: ;j-Après une ré- volutión le seul moyen de sauver la liberté est de la restreindre (2), e il Bérangér colPinvito a domandare una dictature de' .dix ans ou à vie, pour donner à la liberté le temps de devenir une habitude, re- fréner les factions et modérer les sectes, qui perdent la liberté (3).
La dittatura decennale, infatti,, egli si senti costretto a chiedere per applicare il suo programma, in attesa di trasformarla in dittatura a vitarsp impero, sotto la spinta e dietro le arti dei suoi interessati, ambiziosi e cupidi cortigiani.
Prevedendo l'altrui avversione, saltò addirittura oltre a tutti i ritegni e fece quel colpo di stato; al quale i democratici nella loro irrequietezza, miravano, ma al soUHo, non eran capaci di addivenire.
Gli esuli siciliani,, -non meno certamente, di tutti gli altri, ne esaltarono come di un avvenimento che turbava finalmente la gora di chiacchiere e d'indugi, in cui crésceva la loro esasperazione. Ma, come la massima parte di coloro che vi assistono, non capirono subito tutta l1 importanza dell'evento. Maledirono al Bonaparte, ingrandirono le resistenze da lui incontrate, e sperarono nella riscossa e nella vittoria finale del popolo; finché, disillusi dall'esiti contrario alle, loro aspirazioni, se n'avvilirono e rimasero per alcuni mesi assolutamente disorientati.
Parigi, 2 dicembre 1851.
Carissimo Rosolino,
Il colpo di Stato è già fatto. Napoleone ha sciolto l'Assemblea; ha messo Parigi sotto stato d'assedio ed ha invitato il popolo ad eleggere la nuova Assemblea col suffragio universale. A questo pro-
fi) Si legga il riassunto che delle di lui norme di governo dà un suo ministro EMILE OLLIVXBR nel suo Napoléon ìli, Criatìon et procède* du gmmeriicmenl imperiai (nella Renne des Deux móndes, 15 febbraio 1898).
(2) TOCQUEVILLE, Souvmirfo p. 340.
(3) THTBRS, Le Cornutat et l'Empire, 111, p. 4ift.