Rassegna storica del Risorgimento

VIEUSSEUX GIOVAN PIETRO ; GIORDANI PIETRO
anno <1928>   pagina <300>
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Francesco GuardAona
a Genova ; e se fosse in me tiri poco delia vanita die alcuno vuole donarmi, avrei dovuto godere d'inaspettate accoglienze, Ma la mia abitudine al contrario <ssi lia fatto- essex4 dolente dei, molti mali che anche là ho veduti. Non so come possiate maravigliassi che io non sia ritornato per la Toscana : e non ricordate come io fui cacciato, con intimazione di carcere se mi presentassi ai confini. E a queste promesse i governi non mancano. Io poi non so quali e quanti amici io abbia in Toscana: ormai so tenermi rassegnato nel fetido se­polcro; nel quale son chiuso. Quando all'uomo è tolto di far qualche bene, è indifferente qualunque luogo, o di questo mondo, o fuori.
Appena il governo ebbe data licenza del Giornale (che per la bestialissima censura non avrebbe mai potuto dare una riga pur di mediocre) la ritirò ad instanza de' Gesuiti e del Vescovo di Pia­cenza.
Mi è di vera consolazione sentire in buona salute e ricordevole di me la Signora Sofìa; la quale vi prego di salutarmi caramente. Io cordialmente vi desidero ogni cosa prospera e lieta : e se qualche volta potete, qualche nuova di voi, e del paese. Io vi ringrazio molto della vostra lettera benevola, e sono sempre vostro Aff.mo giordani
I M.
Sabato 21 Aprile (1838).
Caro Vieusseux. Grazie della vostra dei 18. Credo anch'io con voi che Petà del Giorni voglia riposo, e non effemeridi. Ma per quali ragioni il Governo gl'impedisce questa fatica? Quanta carità. In questo sepolcro io non vedo e non sento niente. Ma vedrei pur vo­lentieri la guerra della imita Modenese contro il Galvani, che è pure de' suoi. Che sono questi misteri? E in che senso gli fanno guerra? So che ora è guerra tra la Polizia da una parte," e dall'al­tra il gesuitismo coi sanfedisti. Bella anche questa.' Già baruffa tra il Ministro Biccini e il gesuita Niccolini, che voleva sministrar­lo, e dare la sua scranna e la sua verga a un emigrato Portoghese. Per ora Ita vinto il Jtìccini : ma i gesuiti non desistono mai.
Godo anch'io della strada di ferro: è sempre un bene. Aspet­terò e leggerò volentieri il 46 Agrario ; e vi ringrazio. Se potete far avere i miei cordiali saluli alla signora Sofìa, e al prezioso Lambru-spliini, l'avrò caro. La verità lo lascia ora quieto?
Vi desidero sempre ogni prosperità e contentezza. Addio.