Rassegna storica del Risorgimento
CARTA GIOVANNI BATTISTA
anno
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1928
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pagina
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378
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3.78
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il Ragan -E Oavedoni (12) ed altri, tra i ciurli il <5Ffca stesso, che divenuto segretario del colonnello baresi, non aveva tardato a farsi compartecipe dèi piani che aspirazioni generose avevano ideato. Istruito il processo a Mantova, e trascinato in lungo, Giambattista Carta, per diretta accusa di un condetenuto, Sante Gerosa, fu giudicato come correo e sospetto di avere aderito alla congiura.
Mercè la cortesia di un egregio scrittore e studioso di cose che si attengono al Risorgimento, voglio dire dell'amico Domenico Spadoni, che s'indugiava di recente in ricerche speciali sulla congiura nulitare del 1814, della quale si 'iene occupando, posso dare la seguente pagina che riguarda il Carta. Le notizie sono state tratte da lui dal Processo informativo della Commissione inquisitoria di quella congiura :
]g]i fu interrogato a piede libero il 14 gennaio 1815. Si disse di anni 31, figlio di Antonio e di Angiola Brancoloni, di Modena ;tNe da quattro mesi abitante in Milane e da tre anni segretario del colonnello Pietro "Varesi; arrestato per la detta congiura; compromesso nei riveli dall'impune Santino Gerosa, egli fu nega-<c tivo a tutte le domande, negò anche di avere avuto relazioni col Gerosa, Messo però a confronto con lui, il Carta ammise di aver- gli parlato tre o quattro volte al Caffè dei Servi. IL Gerosa so- stenne in suo confronto di avere da lui avute molte notizie intorno ce al progetto di rivolta e l'indicazione di molte persone apparte- nenti alla Società dei Carbonari. In ultimo gli aveva detto che sì aspettava di ritorno dal generale Fontanelli il colonnello Va-fi resi e che egli credeva di andare seoolui per una spedizione soft pra Mantova (in verità il Gerosa nei suoi riveli aveva detto di avere arguito quest'ultimo particolare). Il Carta però rispose che < con la sua età ed esperienza, sapendo cose cosà importanti, non si sarebbe fidato di comunicarlo ad un uomo che conosceva da pochissimi giorni. Seguace del colonnello Taresi, egli seguiva ance cora le sue ragioni, giacché lo aveva sentito mille volte trattar da pazzi e da fanatici coloro che avevano ideate simili cose. Malgrado la conferma del Gerosa, il Carta persistè nella negativa, ammet-H tendo solo di avere avuto una concicenza superficiale del pro- getto per averlo inteso dire da diversi ufficiali, tra cui il Delfini.
(12) Oltre lo note pubblicazioni vaila congiura del 1814 del Helfert, del Lemmi, di 6. De Castro, ecc.,, cflr. anche G. OANEVAZZI. Bartolomeo Oavedoni, Modena. 1911,.