Rassegna storica del Risorgimento

CARDUCCI GIOSUE
anno <1928>   pagina <152>
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Jla X 17 tfnftmtxò 8mitile di Bùtogna
alcun tempo vengono >eiiodh-aniinte puhlil irate e le t itali,. nella toro .conscia esagerazioni*,, si prefiggono il doppia scopo di descri­vere le condizioni ipit ita. e;Ffctò. diversamente Ufi quelle che suino Cti ffefctì> i di dare Miai mal celata rabbia perchà Ite- fatiche agitatojtòfe del partito dell'[ndipvmltyitlt 4i frangono < li n nunzi al sano senso della gioventù .giniiiisiaie ed alla vigorosa e salda tcauta delti* 4r* sciplina da parte della! DIt'ezioC tì del 'Carpo iusani,
lì Tatt ad quala -richiama l'alto scritte della È. si riduci da quanta risalta dall'inchiesta latta dal 'Dfoefetore e daU'esame di persone degndi iedej a guanto segue :
Mfcreoledi LO corau atese, alle ore 9 0. pomeridiane, per oc­casione della partenza * I -1 viojfetìio, si trovavano sai moloj tra. la gente che usualmente :fgft- a gipJdare, oKjosaràehte gli aM': a !< partenze dai idroscali, cinque (dico cinqui*) studenti :giiinaiaif t I precisamente quattro dalla VII e uno dell'Viti classe. Allorché lì poeta Oai-dnoci ardjtplà è parlai alcun teJnpa 0on altri signori presso il piroscafo, quel gruppo fu notata 0 presentato al poafiÉb:' quali studenti ginnasiali, al che egli strinse loro la mano e ec­citò allo studio diligente.
ìtopo di che egli prese commiato dagli astanti e fu da essi cor­tesemente e senza clamori salutato.
In tale occasione il comportamento degli studenti; non ebbe nulla di sconveniente e r avvenimento,; senza- la notizia deIF/ifc--pendente, non sarebbe stato nememno notato.
Inoltre èi: è pi osservato in iCompagnia del Carducci doveva anche ovna?si il redattore deir/wMflCftdJewfttfy con he si. spiega facilmente :la. aòifffnspoudenza del giornate.
Con profondo ossequio
CJapodistria, li Inglio 187S.
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i. i*i. dii'ettoi'è: ginnasiale.
Naturalmente il direttore prof. Babuder, cav. di Francesco Giuseppe, bravo professore, un galantuomo, ma soprattutto un. ze­lante funzionario, non poteva ebe rispondere cosi. Lo faceva per prudenza, temendo che Istituto a cui era affezionato e che era Punico italiano nella Provincia, sostenuto anche con sacrifici pe­cuniari dal Comune di Capodistria o che il Governo centrala mi naccàava spesso di sopprimere o imbastardire, ne potesse aver danno.