Rassegna storica del Risorgimento

CATTANI CAVALCANTI LEOPOLDO ; GUERRAZZI FRANCESCO DOMENICO
anno <1928>   pagina <163>
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iri t'ongrejto So(Me di Bologna 3
fòrmio diretti da 11 uu pij*ttnziauo di loroj ÌBoberto Liebmann-Ara, e lo chiameranno scherzosamente il dittatore , per il tono con cui sapeva spingere 0 frenare Panimosa gioventù d'intorno. Bella fi­gura questa di patriòta, che al suono della diana di guerra lascerà nella Spagna lai cara famiglia e la posizione lucrosa e accorrerà, sud­dito straniero e inetto fisicamente alFanni e maturo d'età, volontario nel R. JsercJitG e felice di servire nei limite delle sue possibilità la causa per cui aveva cospirato sarà ghermito dall'Austria, impotente a colpirlo altrimenti, per le vie dell'aria, quando alla stazione ferro­viaria di Mestre lo colpirà a morte una bomba d'aeroplano. E di quel Circolo son morti ancora Giuseppe Ara, insegnante di lettere nel Re­gno, Giulio Ascoli, che nell'esilio austriaco di guerra martorierà sul Martoriato spirito il corpo, va leudosi della sua arte medica, pei' non Sere sotto alcuna forma l'Austria, e soggiacendo a Vienna uelle grigie giornate del l'ultimo anno d'armi; ed è morto anche il patrio­ta esuberante Guido Walop. Gli altri erano - e li cito per ordine alfabetico ;: Camillo Gastiglioui: che alla fama di medico ha ag­giunto quella illustre di storico della medicina.; Teodoro Costantini noto cultore di cose musicali ; Ruggero Fegitz, che si affermò brillan­temente nel commercio : Amedeo Herlitzka, maestro di tisiologia e vanto dell'università di Torino; Renato Ielleraitz, oggi Tlleà, capita­no volontario irredento, provato coi sangue alla gloria del Podgo-ra; il barone Giuseppe Lazzarini altro valoroso Combattente e che 4a tìjtfÉflp AI bona, dov'è ora benemerito podestà, portava la par-tecipazione dell'Istria; Gino Macchioro, oggi ministro di stato all'e­stero ; Romano Mauro, che asservì l'acuta intelligenza all'ingegneria meccanica; Giovanni Menesini, del pari apprezzato ingegnere e vo­lontario di guerra decorato dal reparto del Genio, che lo vide im­pavido costruttore del ponte per la presa di Gorizia.
Erano giovani che avevano appena lasciato 0 ancora frequenta­vano le scuole medie, quelle fucine d'italianità create 4* mantenute con gelosa cura dal Comune di Trieste. Addestrati alle dimostrazioni, mitriti del sentimento patrio,, ideavano e compivano le loro gesta con semplice naturalezza e col godimento che dà il dovere compiuto. A interrogarli oggi, mentre con squisita cortesìa costringono la mente a uno sforzo di memoria per rievocare gli atti della loro fremente gio­vi nezza, si meravigliano con schietta sincerità d'esser portati alla ri­baita della storia, tanto era naturale in loro l'impulso per l'azione di ribellione e d'italianità. Non si .conoscevano tutti nemmeno fra di loro e l'uno naturalmente ignorava l'agire dell'altro e perciò una non